saec. IV ex.
Le notizie su questo personaggio, nominato da Cassiodoro, De inst. div. 15, sono quanto mai limitate. Un catalogo di una biblioteca del regno franco risalente al IX secolo e conservato nel codice Berlin, Santen. 66, lo chiama Messius orator e ci informa che il suo libro era stato dedicato ai fratelli Olibrio e Probino, che rivestirono il consolato molto giovani, nel 395, secondo quanto ricorda Hier., epist. 130, 3. Un catalogo di manoscritti di Bobbio redatto nel 1461 e pubblicato da A. Peyron in appendice ai suoi M. Tullii Ciceronis Orationum […] fragmenta inedita (Stutgardiae et Tubingae 1824) trascritto dal Galbiato e passato forse in mano a Giano Parrasio, ci conserva il nome completo Arusianus Messius e ci informa che si trattava di un vir clarissimus e di un comes primi ordinis, il cui nome potrebbe avere ascendenze etrusche o italiche, senza escludere possibilità di provenienza dai Balcani (Schulze). La forma Messius, confermata da un dedica compresa nel codice Paris, BNF Latin 7530 (Holtz), è ribadita ancora nel 2002 da Mario De Nonno contro la lezione Messus. Della Casa 1977, 11 ricorda che il titolo di comes primi ordinis era stato attribuito ai professori che avessero insegnato per almeno 20 anni a Costantinopoli da Teodosio il Giovane nel 425 e da ciò deduce la sua appartenenza ai grammatici della capitale orientale, ma si tratta di un'ipotesi, come ipotetica è la collocazione tra il 370 e il 450 d.C. [A. Balbo]