Datazione incerta
Sotto l’indicazione ‘pseudo-Basso’ si annoverano alcuni excerpta metrici, anonimi e di provenienza incerta: si tratta di una breve ars de metris, relativa all’illustrazione di alcuni sistemi oraziani, e di un piccolo prontuario composto da due sezioni (Breviatio pedum e De compositionibus: seguono altri due minimi elenchi, Genera versuum e Poeticae species latine). Gli opuscoletti, rinvenuti insieme con le più estese opere de re metrica (Terenziano Mauro, Cesio Basso e Atilio Fortunaziano) riemerse nel 1493 a Bobbio grazie alla scoperta di Giorgio Galbiate, e trascritti una prima volta, con i testi maggiori, all’interno dello stesso monastero, confluirono poi nell’attuale Napoletano IV A 11 (= N), allestito dal Galbiate stesso in collaborazione con Tristano Calco, una volta rientrato a Milano, presso la corte di Ludovico il Moro. Nel codice essi occupano i ff. 99r-104v e risultano così dislocati: Ars Caesii Bassi de metris (99rv); Breviatio pedum (99v-100v); De compositionibus (100v-102v); Genera versuum - Poeticae species latine (102v). Gli excerpta, tramandati in coda al De metris Horatianis di Atilio Fortunaziano, trovarono spazio anche negli apografi vaticani discesi da N (Vat. lat. 3402; Vat. lat. 5216) e furono puntualmente accolti nell’editio princeps dei metricologi latini allestita dal Parrasio nel 1504; in seguito, il van Putschen li stampò nel 1605, nella raccolta dei Grammaticae latinae auctores antiqui, sotto il titolo Atilii ars, e quindi, sulla scorta della princeps, Gainsford li inserì nell’edizione degli Scriptores Latini rei metricae (1837); gli excerpta seguono regolarmente il manuale di Atilio Fortunaziano anche nell’edizione del Keil. [A. Di Stefano]