saec. III
Di Censorino non ci è pervenuto il nome completo, ma il cognomen Censorinus aveva ascendenti illustri e un L. Marcius Censorinus, console nel 149, viene menzionato nell’opera pervenuta (De die natali cap. 11). Dalle fonti antiche sappiamo che Censorino fu un grammaticus e che aveva composto un manuale di supporto al suo insegnamento e un’opera sugli accenti: Cassiodoro nel De grammatica lo cita insieme a Palemone, Foca e Probo fra gli auctores temporum superiorum i quali trattarono de arte grammatica e nel De musica afferma che de accentibus … subtiliter disputauit; Prisciano nel De litteris lo dice doctissimus artis grammaticae e nel de praenominibus afferma: Censorinus uero plenissime de his docet in libro, quem de accentibus scribit. Nessuna delle due opere ci è pervenuta. Abbiamo invece, anche se incompleto, il De die natali, una breve opera dedicata a Quinto Cerellio, amico dell’autore, in occasione del suo compleanno. Di Censorino non sappiamo molto altro, ma nell’opera pervenuta egli ci dice in due punti, nell’illustrare i diversi modi di calcolare il tempo, l’anno esatto in cui sta scrivendo: il 238 d.C. (capp. 18 e 21). Il destinatario, Quintus Cerellius, viene descritto nel cap. 15: era un provinciale di rango equestre, che aveva ricoperto nel suo municipio cariche civili e sacerdotali, acquisendo grande prestigio e influenza. Censorino ne elogia anche con enfasi l’eloquenza che lo aveva reso famoso nei tribunali provinciali e nella stessa Roma. Anche qui un complesso calcolo relativo alle diverse fasi della vita, divisa in periodi di sette anni (hebdomades), ci informa che Cerellio compiva 49 anni quando Censorino gli dedica questo libro (capp. 14-15). [R. Tabacco]