saec. VI
Sotto il nome di Eugraphius – come usualmente viene corretta la lezione dei codici Eografios – ci è pervenuto un commento continuo a tutte e sei le commedie di Terenzio. Né l’autore né la sua opera esegetica si trovano mai citati da alcun’altra fonte antica: ne consegue che la sua figura resti per noi pressoché totalmente avvolta nell’oscurità. Ciò che si può stabilire con un apprezzabile margine di attendibilità è che egli dovette essere un retore, perché l’approccio interpretativo al testo terenziano è di impronta, appunto, prevalentemente retorica. È l’autore stesso a rivelare apertamente questo suo precipuo interesse fin dalla prima frase dell’opera, all’inizio del commento al Prologus dell’Andria. I grandi poeti hanno sempre dimostrato nei loro versi anche una uirtus oratoria, e fra loro spiccano Virgilio e Terenzio, ma secondo Eugrafio è proprio Terenzio il poeta la cui uirtus maggiormente attinge alla ratio della rhetorica ars: cum omnes poetae uirtutem oratoriam semper uersibus exequantur, tum magis duo uiri apud Latinos, Virgilius et Terentius. Ex quibus, ut suspicio nostra est, magis Terentii uirtus ad rationem rhetoricae artis accedit, cuius potentiam per comoedias singulas ut possumus explicabimus.
Quanto alla collocazione cronologica di Eugrafio, si è osservato che egli sicuramente dipende dal commento terenziano di Elio Donato (del quale ha utilizzato anche, non si sa se direttamente o per il tramite di Servio, materiali risalenti al commento virgiliano), e dunque va ritenuto posteriore alla metà del IV secolo. Secondo Wessner, il fatto che Eugrafio sembri a sua volta sfruttato in alcuni glossari di età grosso modo priscianea invita a concludere che egli abbia composto il suo commento fra la fine del V e l’inizio del VI secolo (1907, pp. 224 ss., 228, 365; 1908, pp. V-VI). [F. Giannotti]