saec. IV-V
Agostino, nel De cura pro mortuis gerenda (11), racconta che, quando ritornò in Africa nel 388, il suo discepolo Eulogio gli raccontò di averlo visto in sogno spiegargli un passo di Cicerone di difficile comprensione. Il sogno sarebbe avvenuto mentre egli si trovava a Milano, tra il 384 e il 386 (Courcelle 1958b, p. 360).
L’identificazione del Carthaginis rhetor Eulogius discepolo di Agostino col Favonius Eulogius orator almae Cartaginis autore della Disputatio de Somnio Scipionis risale già al Fabricius - che in Bibliotheca Latina, I, 8 sostiene: haud diversus hic [scil. Favonius Eulogius] mihi videtur ab Eulogio S. Augustini discipulo - ed è ormai accolta da tutti gli studiosi. Secondo la Caldini Montanari (2002, p. 365), sarebbe suggestivo pensare che la visione di Agostino sia alla base dell’interesse di Favonio per il Somnium Scipionis.
Il dedicatario dell’opera è Superius, definito nell’inscriptio vir clarissimus et consularis provinciae Byzacenae. Su Superius non abbiamo altre informazioni e anche quelle che vengono fornite dalle inscriptiones sono piuttosto malcerte. È stato dimostrato che Superius non era un ex console (consularis), ma un semplice governatore (Cameron 1966, p. 33). Anche la tesi secondo cui Superius sarebbe stato allievo di Favonio (Sicherl 1959b, p. 358) è stata confutata in anni recenti (Dorfbauer 2011b, pp. 503-511; Marcellino 2012, p. 11). [G. Cattaneo]