saec. IV
Quasi nulla sappiamo di Quinto Giulio Ilariano e anche il suo nome è soggetto a qualche incertezza: per alcuni si sarebbe chiamato non Hilarianus, ma Hilario, da italianizzare in Ilarione (discussione in Lana, p. 80). Si pensa che Ilariano potesse essere un vescovo, probabilmente dell’Africa proconsolare.
Conserviamo di lui due trattatelli di ambito cronografico: oltre al De cursu temporum (del 397: se ne veda la scheda a parte), il De ratione Paschae et mensis, sul computo pasquale, dalla cui conclusione e dalla cui soscrizione (Migne, PL 13, p. 1114; cfr. Abendstein) sembra doversi ricavare che fu ultimato nel 396 e rivisto nel 397 (Martindale). Si è ipotizzato anche che vada attribuito a lui un ulteriore successivo trattato cronachistico, pervenutoci con il titolo di Liber genealogus, composto in Africa nel primo quarto del secolo V (Mommsen, pp. 154-155, Zecchini 1993, Zecchini 2003). [F. Giannotti]