m. 636
Isidoro di Siviglia (ca. 560-636), vescovo di Siviglia sin da almeno l’anno 602, fu uno scrittore poliedrico, famoso tra i suoi coetanei per la sua saggezza ed erudizione. Le sue opere di maggiore spicco, e probabilmente anche le ultime ad essere scritte della sua produzione, sono le Sententiae e le Etymologiae, due preziosi e sostanziosi compendî di saperi spirituali ed enciclopedici. Precedentemente Isidoro aveva steso almeno altre quattordici opere di carattere molto vario. Probabilmente i due libri di Differentiae costituivano una delle sue prime realizzazioni scritte. Di contenuto eminentemente esegetico sono, invece, le opere propedeutiche allo studio e alla conoscenza della Bibbia: il trattato De ortu et obitu Patrum, i Prooemia, le Allegoriae, le Expositiones in Vetus Testamentum – forse non portata a compimento -, nonché il Liber numerorum, oggi ritenuto sicuramente di paternità isidoriana. Isidoro ha scritto anche i Synonyma, il cui particolare stile compositivo, concepito sostanzialmente come un’estesa serie di variazioni sinonimiche, fu perciò noto appunto come “isidoriano”. Alla sua cura pastorale sono da collegare la Regula monachorum, il De ecclesiasticis officiis nonché il trattato De fide catholica contra Iudaeos. A diversi generi storiografici appartengono il trattato De uiris illustribus, i Chronica, e la Historia Gothorum, Vandalorum et Sueborum. Di queste due ultime ci sono pervenute due redazioni di autore, datate in momenti diversi (615 e 626 le cronache, 621 e 626 le storie). Inoltre, Isidoro stese un trattato naturalistico, il De natura rerum, dedicato al re Sisebuto. Conserviamo allo stesso modo diverse lettere (famose particolarmente le due tramandate di solito prima delle Etymologiae, risposte a quelle mandategli dal suo amico Braulione di Saragozza) e una raccolta di versi che probabilmente servirono ad adornare gli armadi della sua biblioteca. Vi è infine tutta una serie di testi attribuiti a Isidoro ma di paternità dubbia (e.g. il De haeresibus) o sicuramente pseudepigrafi (e.g. Liber de numeris, Liber de ordine creaturarum). [María Adelaida Andrés Sanz]