saec. V
L’identità di Giulio Severiano, autore di un breve trattato sull’arte retorica (Praecepta artis rhetoricae) è piuttosto misteriosa, data l’assenza quasi totale di notizie che lo riguardino. Inoltre, sebbene tutta la tradizione manoscritta lo indichi come autore dei Praecepta, l’Edizione di Colonia attribuisce l’opera a Celso. Oggi la paternità severiana del trattato è universalmente accettata (Woehrer, Halm, Castelli Montanari); tuttavia in passato fu ipotizzato (Leopardi) che essa rappresentasse una parte o un compendio della perduta opera di Celso de artibus.
Gli unici elementi di qualche rilevanza nella ricostruzione biografica sono i tre passi in cui Sidonio Apollinare (ep. 9, 13, 4; 9, 15, 1 e carm. 9, 315) nomina un Severiano definendolo rhetor e contubernalis e il nome del destinatario dell’opera, Desiderio, che, tra gli altri tentativi, è stato identificato (Castelli Montanari) con un amico di Simmaco. [Alice Borgna]