saec. VI?
Mustione - Mustio o anche Muscio(n) nei codici - è uno degli ultimi rappresentanti dell’illustre e proficua serie di scrittori dell’Africa vandalica che coltivarono negli scritti lo studio della tradizione letteraria medica. A quanto pare, la sua attività è da collocare fra la fine del V e il VI secolo (500 ca.).
È autore di un trattato di ginecologia in due libri dal titolo Gynaecia, finalizzato alla formazione delle ostetriche. Come dichiara egli stesso nella prefazione, il trattato è il risultato di un riassunto in forma di commentarius dei Gynaecia di Sorano di Efeso -tradotti già in precedenza in latino da Celio Aureliano -, adoperando però il sistema di esposizione erotapocritico dei Cateperotiana (manuale elementare di Sorano oggi perduto), al fine di radunare tutti i contenuti con la massima brevità e, quindi, senza dover per forza produrre un volume corposo. Allo scopo di rendere le spiegazioni più comprensibili il trattato includeva, inoltre, un diagramma dell’utero e una serie di illustrazioni del processo “fetus in utero”.
Il trattato di Mustione fu più tardi tradotto di nuovo in greco e circolò con l’attribuzione a Μοσχίων. In una parte della tradizione manoscritta all’opera segue una sezione di pessaria.
Sempre grazie alla sua prefazione, siamo in grado di sapere che i Gynaecia non furono l’unica opera tradotta dal greco da Mustione. A proposito del suo modo di tradurre, più attento a trasmettere i veri insegnamenti (ueritas rationis) che non a costruire un discorso retoricamente formalizzato (oratio), Mustione rimanda il lettore alle sue versioni latine dei trattati Opthalmicus, Chirurgumenus, Philiatros e Boethematicus di Sorano. In un altro passo (2, 2, 24) accenna anche a un “commentarius febrium” che potrebbe corrispondere al trattato De febribus, sempre di Sorano di Efeso. [D. Paniagua]