saec. IV
Non si sa nulla dell'autore oltre a quanto egli ci dice nella dedica delle sue Institutiones Oratoriae: che era suocero di un Marcus Silo, che gli aveva chiesto di scrivere per lui un compendium di retorica. Nel farlo, egli aveva seguito l'insegnamento 'magistrorum meorum'. Egli menziona tra di essi soprattutto Zenone, anche se dice che ha trattato le sue fonti liberamente. Più oltre afferma che sul tema della praescriptio si è allontanato da Zenone e ha tradotto Marcomannus alla lettera. Questi nomi forniscono solo un vago terminus post quem per Sulpicio, anche se le identificazioni generalmente accettate sono giuste. Marcomannus, forse nel IV secolo d.C., scrisse un commento, perduto, presumibilmente in latino, sul De Inventione di Cicerone, a cui attinsero altri scrittori romani di retorica. Molto prima, Zenone di Cizio, che operò in Atene nel secondo secolo d.C., aveva scritto, tra l'altro, un libro perduto in greco sulla tradizione degli status. Il retroterra greco è confermato da alcuni stretti paralleli tra Sulpicio e la piccola opera di Cyrus, Περὶ διαφοράς στάσεων (Rhet. Gr. 8. 387-99 Walz). [M. Winterbottom; trad. R. Tabacco]