Datazione incerta
Vacca fu autore di un commento alla Pharsalia di Lucano che fu molto noto e utilizzato in epoca posteriore. La sua autorevolezza era pari a quella di altri famosi commentatori, come Servio, Prisciano o Isidoro, il cui nome non necessitava di ulteriori informazioni. Qualcuno lo identifica col commentatore di Lucano menzionato da Girolamo (Adu. Ruf.1, 16) e da oltre un secolo (Genthe 1872, Endt 1909) si ritiene dimostrato che dal suo commento derivino in parte sia i Commenta Bernensia [v. scheda] sia soprattutto le Adnotationes super Lucanum [v. scheda], tesi confermata con buoni argomenti alcuni decenni dopo da Marti (1950), nonostante lo scetticismo di Ussani (1911). A Vacca fu attribuita da Weber (1821) - a torto, come oggi si ritiene (Ussani 1903, Marti 1950, Martina 1984) - anche la vita di Lucano conservataci da alcuni manoscritti che tramandano gli scholia. Sul periodo in cui Vacca visse vi è grande incertezza. Tuttavia il fatto che nelle glosse attribuite a Vacca non sia mai citato Isidoro di Siviglia e il fatto che sopravvivano in esse frammenti dai libri di Livio non conservati sono argomenti per una datazione anteriore al VI secolo, forse al IV o al V (Weber, Genthe, Helm, Paratore). Rostagni lo ritiene di poco posteriore a Lucano stesso. Citano Vacca come fonte autorevole Anselmo di Laon (XI-XII sec.) e Petrarca, ai cui tempi forse una copia del suo commento era ancora disponibile. Una origine ligure, o per lo meno italiana, di Vacca potrebbe essere ipotizzata in base ad una curiosa glossa a lui attribuita nei codici, in cui il Lago Lemano viene localizzato prope Liguriam (Marti). Rostagni ritiene invece che potesse essere spagnolo, dato che parla della patria di Lucano, onorata dal poeta, che in Spagna vi era la popolazione dei Vaccaei e che Vacca o Vacua si chiamava un fiume della Lusitania. [R. Tabacco]