inde a saec. V
Elenio Acrone era considerato il migliore tra i commentatori oraziani (Commentati in illum sunt Porphyrion, Modestus et Helenius Acron; Acron omnibus melius; Vita Horati p. 3 ed. Keller 1902). Tutto quello che di lui conosciamo dipende da alcuni frammenti superstiti del commento alle Commedie terenziane e dai riferimenti negli scolii oraziani. Non è possibile definire se avesse commentato l’intera opera di Terenzio; degli undici passi restituiti grazie a Carisio, otto riguardano gli Adelphoe e tre l’Eunuchus. Un ulteriore riferimento è nel Commentarium in metra Terentiana di Rufino in cui però non è precisato dove Acrone parlasse dei metri di Terenzio e Plauto. E' poco probabile che sia stato anche commentatore di Persio, tesi che venne sostenuta sulla base di uno scolio concernente il portico di Apollo sul Palatino a proposito del quale Acrone aveva riferito fuerint L Danaidum effigies et contra eas sub divo totidem equestres filiorum Aegypti (schol. Pers. 5, 56). Orazio però rimanda alle Danaidi nell’ode 3, 11, al tempio di Apollo nell’Ode 1, 31, agli altari palatini nel Carme Secolare e pertanto non è impossibile che Acrone avesse riportato la notizia nel commentare uno di questi luoghi. Egli polemizzava con Verrio Flacco (idque Helenius Acron sic oportere dici in eadem Terentii fabula disputavit Verriumque dicit errare, qui putat hos ambo dici debere, Char. GL 1, 119, 12-14), grammatico vissuto tra il I secolo a.C. e il I d.C., e fu tra le fonti di Porfirione che nel glossare il v. 25 di sat. 1, 8 rimanda infatti al suo commento a proposito dell’identificazione di Sagana. Considerando il fatto che né Gellio né Svetonio parlano di Acrone, e che sembra possibile datare Porfirione attorno al 200, la cronologia di Elenio Acrone può essere fissata tra il 160 e il 190-200 d.C.
Non è però possibile riconoscere elementi del reale Elenio Acrone nei commenti oraziani a noi noti. Si riporta sotto il suo nome un corpus di glosse eterogenee non riconducibili ad un'unica individualità e ad un unico momento storico, quanto piuttosto una stratificazione scoliastica frutto di secoli di insegnamento condotto su Orazio. Il nome di Acrone comparve, infatti, soltanto per mano dell’anonimo autore del subarchetipo Z databile alla fine del XIV secolo o, più verisimilmente, agli inizi del XV, riportato in seguito da Pierre Daniel su un manoscritto contenente un commento a Orazio. [C. Longobardi]