In occasione del Digital Humanities Day 2021 (https://dhcenternet.org/initiatives/day-of-dh/2021), evento di cui l'Università del Piemonte Orientale è partner, DigilibLT presenta i ricordi, i bilanci e le riflessioni del gruppo di ricerca, includendo anche alcuni tra i giovani che, in questi dieci anni, hanno mosso i primi passi nell'ambito dell'Informatica Umanistica proprio collaborando con DigilibLT.
Ho partecipato ai lavori della biblioteca DigilibLT dell’Università del Piemonte Orientale nell’estate 2017, come attività di alternanza scuola-lavoro.
L’esperienza, di per sé positiva, ha assunto un valore speciale per me in quanto, dopo la maturità, sono tornato da studente universitario in quelle aule che avevo frequentato due anni prima da stagista. Solo a posteriori ho potuto così apprezzare appieno gli aspetti positivi di quell’attività: non solo l’acquisizione di conoscenze che si sarebbero rivelate utili nel mio campo di studi – com’è fatta l’edizione critica di un testo, che cos’è la codifica XML, come funziona una biblioteca digitale – ma anche l’incontro, durante le ore di lavoro, con docenti collaboratori del progetto di cui sarei stato allievo: la prof.ssa Tabacco, responsabile della ricerca, che introdusse il lavoro a noi studenti e il prof. Battezzato, che ci presentò il Dipartimento e dialogò con noi di letteratura e classici.
È curiosa la ragione per cui conservo una fotografia dell’attività al laboratorio DigilibLT. Essa riproduce lo schermo del mio computer, su cui si trovano affiancati due documenti: il file Word contenente il risultato della scansione, sottoposta a riconoscimento ottico dei caratteri (OCR), di un’edizione critica dei Commentarii in Ciceronis Topica di Boezio – che io stesso avevo scelto di revisionare all’interno di una rosa di testi proposti all’inizio dell’attività – e il documento pdf della scansione stessa. Il mio lavoro consisteva in quel momento nel controllare il risultato dell’OCR: un’operazione di per sé semplice, che nel mio caso però si rese piuttosto complessa per via del continuo ripetersi, in alcune sezioni del testo, di parole e intere frasi, cosa che mi portava a perdere continuamente il segno e mi costringeva a scrupolose riletture plurime… L’incontro di un passo esemplificativo di questo aspetto è stato all’origine dello scatto, quasi fortuito, che sono felice di aver rinvenuto in occasione del Digital Humanities Day a memoria di quell’esperienza.