Edizione di riferimento:
Censorini De die natali liber ad Q. Caerellium; accedit anonymi cuiusdam epitoma disciplinarum (Fragmentum Censorini), edidit N. Sallmann, Leipzig 1983 (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana)
Il De die natali è un’operetta costituita da 24 brevi capitoli, dedicata da Censorino all’amico Quinto Cerellio in occasione del suo compleanno. Nel capitolo introduttivo l’autore afferma di non voler assumere la veste del sapiens offrendo a Cerellio philosophiae praecepta ad beate vivendum, né quella del rhetor rivolgendogli un'estesa laudatio delle sue virtù, ma piuttosto quella del philologus, raccogliendo con modestia alcune quaestiunculae frutto dei suoi studi, merito dei quali egli attribuisce all’amico, come forma di grato omaggio. L’opera consiste dunque in una serie di aneddoti e osservazioni organizzate con acume e spirito intorno al tema del compleanno. La prima parte è dedicata alla nascita in tutti i suoi diversi aspetti, fisici, antropologici, astrologici e si conclude con una periodizzazione della vita umana suddivisa in periodi di sette anni (hebdomades), nella quale viene calcolata l’età del destinatario (49 anni). Un capitolo di elogio delle doti, del ruolo sociale e delle cariche ricoperte da Quinto Cerellio (cap. 15) segna il passaggio alla seconda parte, in cui si sviluppa il tema del tempo, nei suoi aspetti concettuali e nelle sue ripartizioni; di particolare interesse il confronto tra le diverse modalità di formulazione del calendario presso i vari popoli antichi: è in questa sezione che l’autore indica l’anno esatto in cui sta scrivendo, il 238 d.C., calcolandolo sia in base alle olimpiadi greche (cap. 18, 12: et nunc apud eos ducentesimaquinquagensima quarta ὀλυμπιάς numeratur, eiusque annus hic secundus), sia in base alla successione degli Agones Capitolini istituiti da Domiziano nell’86 (cap. 18, 15: hoc nunc anno qui celebratus est agon, undequadragensimus numeratur), sia con una combinazione dell’indicazione dei consoli, delle olimpiadi e ab Vrbe condita (cap. 21, 6: nisi fallor hic annus, cuius velut index et titulus quidam est V. C. Pii et Pontiani consulatus, ab olympiade prima millensimus est et quartus decimus, ex diebus dumtaxat aestivis, quibus agon Olympicus celebratur; a Roma autem condita nongentesimus nonagensimus primus, et quidem ex Parilibus, unde urbis anni numerantur); da quest’ultimo passo si ricava anche la stagione.
L’opera dimostra la vasta cultura e le ampie curiosità di questo grammaticus, le cui fonti furono varie: egli stesso cita più volte Varrone, ma nell’opera sono stati individuati anche materiali che risalgono a Plinio il Vecchio, Aulo Gellio, Svetonio; è molto probabile che si basasse anche su raccolte dossografiche. [R. Tabacco]