Edizione di riferimento:
[Prisciani] De accentibus, a c. di C. Giammona, Hildesheim 2012 (Collectanea Grammatica Latina 12).
Con il titolo de accentibus viene indicata una grammatica anonima, in passato erroneamente attribuita a Prisciano (cfr. Giammona 2015, pp. 65-66), il cui argomento principale è la corretta pronuncia di alcune parole latine, «un vademecum ortoepico, un unicum nella tradizione artigrafica superstite, ove osservazioni sulla pronunzia vengono fatte solo per sciogliere eventuali dubbi su forme non regolari» (Giammona 2015, p. 63).
Le fonti principali di questo opuscolo sembrano essere le Artes di Foca e, soprattutto, di Giuliano da Toledo; questo dettaglio ha portato alcuni studiosi a collocare l’ambiente di produzione dell’opera in Spagna (Holtz 1981, p. 243; Fontaine 1983, pp. 70-71; Giammona 2013), tesi che sembrerebbe confermata dalla presenza di un elenco di toponimi che non è attestato in altre fonti grammaticali e che si riferisce ad alcune località iberiche (cfr. Giammona 2009, pp. 188-190; Giammona 2015, p. 64).
Se l’utilizzo dell’Ars di Giuliano di Toledo da parte dell’anonimo autore del De accentibus permette di fissare alla fine del VII secolo il termine post quem per la realizzazione di quest’opera, il fatto che alcuni grammatici carolingi come Remigio di Auxerre, Sedulio Scoto e Murethach sviluppino argomenti presenti in nuce solo nel De accentibus colloca la composizione del trattato agli inizi dell’VIII secolo (cfr. Giammona 2010).
Il De accentibus è tramandato da 124 manoscritti databili fra l’XI e il XVI secolo (cfr. La Conte 1981; Passalacqua-Giammona 2009, pp. 416-423) e fu stampato per la prima volta nel 1470 a Venezia presso Vindelino da Spira all’interno degli opera omnia di Prisciano curati da Benedetto Brugnoli. [G. Cattaneo]