Edizione di riferimento:
C. Iulii Solini, Collectanea Rerum Memorabilium, iterum recensuit Th. Mommsen, Berolini, apud Weidmannos, 1895.
Del testo di questa edizione si è corretto un refuso a 25, 14; expugnabilea corretto in expugnabiles.
I Collectanea rerum memorabilium di Giulio Solino furono scritti probabilmente fra il III e IV secolo d.C. Si tratta di una compilazione complessiva di tutti gli elementi conosciuti di cui, a parere dell’autore, valeva la pena conservare memoria; in questo senso i Collectanea rerum memorabilium sono stati ritenuti un’opera di ambizione enciclopedica. Per svolgere il suo progetto espositivo Solino sceglie come linea di sviluppo la descrizione corografica dell’orbis terrarum. Al di là delle ricche informazioni geografiche, gli elementi memorabili raccolti da Solino all’interno del percorso corografico includono sostanzialmente notizie di carattere etnografico, storico, artistico, zoologico, botanico e mineralogico.
Il punto di partenza del percorso è Roma, presentata come caput mundi, donde passa alla considerazione di Italia, Corsica, Sardinia, Sicilia, le Vulcaniae insulae, Graecia, Thessalia, Macedonia, Thracia, le isole greche, il fiume Istro, l’Ipani, il Boristene, gli arinfei, le isole scitiche, Germania, Gallia, Britannia, Hispania, Libya, Mauretania, Numidia, Africa, i nassamoni, i garamanti, gli etiopici, altre popolazioni poco conosciute della Libya, Aegyptus, Arabia, Ostracine, Iudaea, Scythopolis, Cilicia, Lycia, Asia, Galatia, Bithynia, l’ora Pontica, Paphlagonia, Cappadocia, Assyria, le portae Caspiae, le popolazioni orientali, Taprobane, l’itinerarium Indicum, Parthia, Babylonia e le isole Gorgades, Hesperides e Fortunatae.
La tradizione manoscritta ha conservato una seconda versione dell’opera, corredata da una seconda prefazione rivolta non più ad Advento, il destinatario della prefazione originale, ma a un'altra persona, il cui nome non ci è pervenuto. In questa seconda prefazione l’autore dichiara che la sua opera, ancora imperfetta, è stata fatta circolare senza il suo beneplacito. Per questo motivo, ha deciso di assegnarle un nuovo titolo, Polyhistor, con l’idea di distinguerla degli imperfetti Collectanea rerum memorabilium che ormai circolavano fra i lettori. Questa seconda versione, ritenuta da Mommsen opera di un falsario, ma che gli studi più recenti accettano come genuinamente soliniana, contiene alcune informazioni addizionali e tutta una serie di modifiche di natura stilistica e lessicale.
L’opera, tramandata da più di 250 codici, diventò il testo geografico di riferimento in Europa durante tutto il Tardoantico e il Medioevo e fu fonte documentale per autori come Ammiano Marcellino, Servio, Agostino d’Ippona, Marziano Capella, Prisciano, Isidoro, Beda e Alcuino. [D. Paniagua]