Edizione di riferimento
Vegetius, Epitoma rei militaris, recognovit brevique adnotatione critica instruxit M. D. Reeve, Oxford, Oxford University Press, 2004.
Del testo di questa edizione si è corretto un refuso a IV 8, 4: machinamanta corretto in machinamenta.
L’Epitoma rei militaris di Flavio Vegezio Renato costituisce un compendio di tutta la tradizione polemologica latina. A dire del suo autore, l’opera raccoglie, sintetizza e ripropone materiali e informazioni tratti dai trattati di Catone, di Cornelio Celso, di Giulio Frontino, di Tarrunteno Paterno e dalle constitutiones militari degli imperatori Augusto, Traiano e Adriano.
La data di composizione dell’opera è una uexata quaestio. Sicuramente fu scritta fra la morte di Graziano, il 25 agosto 383, e l’anno 450, momento in cui l’opera venne copiata a Costantinopoli da Flavio Eutropio. Gli studiosi hanno pareri discordi sull’identità dell’imperatore a cui è dedicato il trattato vegeziano. Le due ipotesi dominanti propongono di identificare il dedicatario dell’opera in Teodosio oppure in Valentiano III.
L’Epitoma rei militaris è formata da quattro libri: il primo — in un primo momento un opuscolo a sé, che poi motivò lo sviluppo di un’opera completa sull’ars militaris — riguarda il reclutamento dei soldati e la loro istruzione; il secondo riferisce le caratteristiche del mos ueteris militiae e spiega l’organizzazione dell’esercito romano; il terzo contiene le tecniche e le strategie di combattimento; il quarto comprende, a sua volta, due sezioni che in una parte della trasmissione manoscritta sono separati come libro IV e V: la prima sezione è dedicata alle macchine e ai congegni militari, mentre la seconda sezione verte sulla flotta e sulla guerra navale.
L’opera polemologica di Vegezio passò immediatamente a far parte del canone di scriptores latini de re militari e già Giovanni Lido lo cita come auctoritas. La fortuna dell’Epitoma rei militaris da epoca carolingia fino al XV secolo fu enorme, diventando una delle prime opere latine ad essere trasferite alle lingue romanze. [D. Paniagua]