Edizione di riferimento:
C. Deroux - R. Joly, La version latine du livre I du traité pseudo-hippocratique Du régime (editio princeps), in Lettres latines du moyen âge et de la Renaissance, Recueil édité par G. Gambier, C. Deroux, J. Préaux, Bruxelles 1978, 129-151.
Il Περὶ διαίτης in quattro libri (De diaeta o De uictu o De uictus ratione: Fichtner 2016, pp. 45-56; edizione: Joly-Byl 2003; recente traduzione italiana, col titolo Il regime, in Carena 2020, pp. 113-191) è uno dei più importanti trattati del corpus Hippocraticum. Il suo tema è la dietetica (per la cui rilevanza nella speculazione medica vd. Mazzini 1989b e 1998, Bartoš 2015, Jouanna 2015), fondata su una profonda conoscenza filosofica della natura umana: l’alimentazione, in combinazione con l’esercizio fisico, e con un’adeguata considerazione di un complesso di fattori individuali (come il sesso e l’età) ed esterni (luoghi, venti, stagioni e così via), è un elemento fondamentale per prevenire le malattie o per porvi rimedio. Il libro I offre un inquadramento teoretico generale ed è stato considerato uno dei testi filosofici più difficili dell’antichità (Joly 1975, p. 4). Il libro II si apre illustrando le caratteristiche dei luoghi e dei venti, e si sviluppa quindi in un ampio e dettagliato elenco di diversi alimenti, mentre in una seconda parte si dedica a una trattazione dei vari tipi di esercizio fisico. Il III tratta il regime annuale e i rapporti fra dieta ed esercizio fisico. Il libro IV ha nella tradizione un titolo Περὶ ἐνυπνίων (De insomniis, Sui sogni), perché tratta dei sogni come indice di eventuali squilibri del corpo, ma fa parte integrante dell’opera, se pure quasi come una sorta di appendice (Joly-Byl 2003, p. 21).
Di quest’opera si conservano due traduzioni tardoantiche, una per il I e una per il II libro, entrambe in un unico manoscritto.
Per il libro I, abbiamo una traduzione di alcuni capitoli, pervenutici in disordine, nel codice Parisinus 7027 (s. IX, ff. 55r-66r). Tale traduzione viene usualmente datata attorno al VI secolo e accostata, per ambiente e criteri di trasposizione del testo greco, alle altre del cosiddetto Hippocrates Latinus (vd. scheda autore). Già nel 1975 Joly aveva sostenuto che quanto ci rimane del De uictu nel Parisinus 7027 depone a favore di una traduzione integrale dell’opera, decurtata poi, e scombinata nell’articolazione, da diversi accidenti di trasmissione (pp. 4 e 6). Nel 1978 lo studioso ne offriva l’edizione critica in collaborazione con Carl Deroux.
Per il libro II (il De obseruantia ciborum) si veda la relativa scheda.
Mentre non si conservano traduzioni del libro III del Περὶ διαίτης, ne abbiamo una del libro IV, tuttavia di molto posteriore a quelle dei libri I e II, nel codice Parisinus lat. 7337 (s. XV, alle pp. 170-173: Mazzini 1984, p. 12; cfr. Joly 1975, pp. 21-22). [F. Giannotti]