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Edizione di riferimento:
Antonii Musae De herba Vettonica liber, Pseudoapulei Herbarius, Anonymi De taxone liber, Sexti Placiti Liber medicinae ex animalibus, ediderunt E. Howald et H. E. Sigerist, Leipzig-Berlin 1927 (Corpus medicorum latinorum. Vol. 4).
L’Herbarius dello pseudo-Apuleio è un erbario tardoantico trasmesso all’interno del corpus (anch’esso tardoantico) di testi di fito-zooterapia che inoltre comprendeva il De herba uettonica dello pseudo-Antonio Musa, il De taxone, e il Liber medicinae ex animalibus pecoribus et bestiis uel auibus di Sesto Placido (o Placito) Papiriense.
Per leggere l’Herbarius, l’edizione critica di riferimento è tuttora quella di Howald e Sigerist, nonostante il suo carattere esplicitamente provvisorio e le sue limitazioni metodologiche.
Secondo Howald e Sigerist, la trasmissione di questo corpus tardoantico di testi medici si è svolta attraverso tre famiglie di manoscritti (classis α, β e γ) che risalgono a tre iparchetipi anteriori al VII secolo e che non tramandano i loro contenuti in maniera omogenea. La raccolta è trasmessa da un elevato numero di codici; segnatamente per la classis β Howald e Sigerist dicevano che esisteva un numero sterminato di codici “per totum orbem terrarum”. Nella prefazione della loro edizione vengono menzionati più di 50 manoscritti e nello stemma codicum ne viene descritta la posizione di 39 all’interno della trasmissione.
Il tono della lettera prefatoria del ricettario è molto simile a quello della prefazione della Medicina Plinii; lo scopo dell’autore è fornire al lettore una guida ai rimedi terapeutici indicati per le diverse affezioni, al fine di evitare l’intervento dei medici, che vengono descritti come degli inutili avidi di denaro, spesso più dannosi delle stesse malattie che dovrebbero sanare (“saeuiores ipsis morbis”). Quindi, come anche nel caso della Medicina Plinii, l’Herbarius si presenta come soluzione alternativa ai professionisti della medicina, contrassegnati da una malsana cupidigia e da uno scarso senso di responsabilità.
Il ricettario si apre con un indice delle malattie (tituli morborum) per le quali vengono proposti rimedi nell’erbario, che segue una disposizione sostanzialmente a capite ad calcem, non senza alcune deviazioni; si tratta di un totale di 193 malattie, di cui una è stata espunta e 18 integrate dagli editori nel testo.
L’Herbarius contiene 130 capitoli corrispondenti ad altrettante herbae; dopo l’ultimo capitolo Howald e Sigerist aggiungono quelli che vengono dichiarati come additamenta già presenti nell’archetipo, vale a dire un breve testo intitolato Praesidium pastillorum, auxilium sanitatis, quod utebatur imperator Augustus e un capitolo sulla mandragora (131) Effectus herbae mandragorae. Ogni capitolo è corredato da un’illustrazione dell’erba considerata (non tutti i codici, però, hanno conservato le illustrazioni) e poi, sotto l’intestazione delle diverse malattie per le quali sono indicate le proprietà medicinali dell’erba, si descrive il modo in cui va preparato il rimedio. I capitoli includono sovente una sezione finale sui nomina herbae, dove si enumerano le denominazioni alternative esistenti per la medesima erba.
Per la cronologia della stesura dell’erbario, la Medicina Plinii (scritta probabilmente nella prima metà del IV d.C.), impiegata come fonte dall’autore, fornisce un sicuro terminus post quem. Più difficile è determinare un terminus ante quem, che tuttavia potrebbe essere Marcello Empirico se, come ritengono alcuni studiosi, impiegò l’Herbarius come fonte per il suo De medicamentis (395-415). Quindi, l’Herbarius sarebbe stato prodotto nel IV secolo. [D. Paniagua]