Edizione di riferimento:
Caesii Bassi De metris et Atilii Fortunatiani De metris Horatianis, a c. di G. Morelli, Hildesheim 2011-2012 (Collectanea Grammatica Latina 11). vol. I, pp. 103-106.
L’excerptum spurio, trasmesso insieme con altri stralci anonimi in coda al manuale di Atilio Fortunaziano, si inserisce nella diffusa produzione de re metrica, specificamente lirica, di età tardoantica: è probabile che il contenuto dell’estratto e la sua trasmissione insieme con parti originali del De metris di Cesio Basso ne abbiano provocato l’attribuzione al poeta-filologo di età neroniana, rappresentante a Roma della teoria derivazionista dei metri. Nell’anonimo excerptum oggetto di una rapida e alquanto smilza rassegna sono infatti i metri di cinque Odi oraziane: l’asclepiadeo minore, con l’analisi, attraverso l’incipit di carm. I 1, Maecenas atavis edite regibus, delle diverse proposte di divisione; l’endecasillabo saffico (Iam satis terris nivis atque dirae [carm. I 2]); il gliconeo, con l’incipit di carm. I 3: Sic te diva potens Cypri; il sistema archilocheo III: Solvitur acris hiems grata vice veris et favoni (carm. I 4,1), dove l’archilocheo viene presentato come unione di un heroicum e un itifallico, e trahuntque siccas machinae carinas (I 4,2), interpretato come una sezione (portio) giambica seguita da un itifallico; il sistema della strofe alcaica, rappresentato dai primi quattro versi di carm. I 9. Il ricco apparato di loci similes che correda l’edizione Morelli consente di cogliere la grande diffusione dell’indagine sui metri lirici oraziani, al cui confronto l’atteggiamento dell’anonimo redattore nella compilazione del testo risulta fortemente semplificativo. [A. Di Stefano]