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Edizione di riferimento:
Anicii Manlii Seuerini Boetii, De institutione arithmetica libri duo, De institutione musica libri quinque, accedunt Geometria quae fertur Boetii, edidit G. Friedlein, Lipsiae 1867, 178-371 (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana)
Considerato nel Medioevo il più importante trattato musicale, il De institutione musica (o musicae) di Boezio consta di cinque libri (l'ultimo mutilo); il trattato risente di concezioni cosmologiche neopitagoriche, e distingue la musica in mundana (la musica del mondo, cioè delle sfere celesti), humana (l'armonia del microcosmo umano), e infine instrumentalis, cioè la musica vera e propria.
Boezio considera la musica come la più importante fra le arti del quadrivio per la sua capacità psicagogica che consente di elevare eticamente l'uomo. Ciò è evidente fin dalla descrizione di musicus che dà in I, 34: il musicus è colui che usa la conoscenza della materia musicale non servitio operis, sed imperio speculationis, cioè a fini filosofici e non meramente esecutivi.
Il trattato esamina la materia musicale sia in termini simbolici, sia in termini tecnici, che dimostrano una profondissima conoscenza musicologica e matematica e rendono la lettura del testo impervia al non specialista di musicologia; particolarmente trattata, come di consueto nella musica antica, la teoria degli intervalli. [M. Manca]