Edizione di riferimento:
Manlii Seuerini Boetii, Opera omnia, accurante J.-P. Migne, tomus posterior, Parisiis 1891, 761-794 (Patrologiae Latinae, 64)
Il titolo proposto dall'edizione di Migne lascia intendere che l'opera si occupi dei sillogismi categorici; in realtà l'Introductio, così come il primo libro del De syllogismo categorico, analizza le proposizioni, i loro elementi costitutivi e le loro possibili conversioni. Ciò nonostante, Boezio considera l'Introductio come un saggio finalizzato alla trattazione del sillogismo categorico (PL 64,762); questo lascia supporre che l'opera sia incompiuta e che l'analisi dei sillogismi categorici avrebbe dovuto trovare spazio in un ipotetico ulteriore libro, che non fu mai scritto (Marenbon 2003). È possibile, poi, che l'Introductio rappresenti l’inizio di una seconda versione del De syllogismo categorico: i due saggi toccano i medesimi argomenti, ma l'analisi operata dall'Introductio è più completa e approfondita; inoltre alcune caratteristiche della tradizione manoscritta inducono a credere che l'Introductio non sia mai stata revisionata dall'autore in vista della pubblicazione e sia rimasta in forma di bozza (Thomsen 2008).
Il titolo utilizzato da Migne non è autentico e trova scarso riscontro nei manoscritti: i codici più antichi usano il titolo «Introductio ad syllogismos categoricos» per indicare il De syllogismo categorico e definiscono l'Introductio «Antepraedicamenta», trasposizione latina del greco προλεγόμενα (Van de Vyver 1929). Un manoscritto, il 2269 della Österreich. Nationalbibl. di Vienna, chiama l'Introductio «In priora ante praedicamenta»: questa potrebbe essere la forma corrotta di «In priora (analytica) praedicenda» (De Rijk 1964).
L'argomentazione procede seguendo una progressione logica che va dal semplice al complesso: i nomi e i predicati formano le frasi che, a loro volta, formano i sillogismi; Boezio, inoltre, analizza le propositiones procedendo per distinzioni successive: questo modus operandi era già stato utilizzato nei commentari di Alessandro di Afrodisia, di Ammonio e di Filopono. L'Introductio differisce dai suoi modelli greci e dal De syllogismo categorico nella trattazione delle conversiones: Boezio presenta due ulteriori modalità di conversio per oppositionem fondate sullo scambio dei termini e sull'applicazione della negazione solo a uno dei due (solo al soggetto oppure solo al predicato) (Lee 1984).
La relazione tra il De syllogismo categorico e l'Introductio ad syllogismos categoricos e la loro cronologia relativa sono state a più volte analizzate, così come la funzione che queste due opere dovrebbero avere all'interno del corpus di logica elaborato da Boezio (Thomsen 2008). I riferimenti incrociati lasciano supporre che l'Introductio, così come il De syllogismo categorico, siano ascrivibili al periodo intercorso tra la redazione del primo e del secondo commento boeziano al Peri hermeneias: Boezio, nell'Introductio, rimanda esplicitamente al suo commento al Peri hermeneias (non sappiamo a quale dei due) per un'analisi più approfondita dei nomina (PL 64,764); il primo commento al Peri hermeneias, di contro, non fa riferimento ad alcun saggio avente per argomento i sillogismi categorici; nel secondo commento, invece, Boezio allude ai libri «quos de categoricis syllogismis conposuimus» (In Peri herm. II, 172,8).
Il testo dell'Introductio ad syllogismos categoricos è trasmesso da circa 20 manoscritti databili tra il X e il XV secolo; l'opera fu riscoperta all'inizio del Basso Medioevo e raggiunse la sua massima diffusione nel XII secolo. Solo due codici riportano il testo dell'Introductio da solo, non seguito dal De syllogismo categorico: questo fatto induce a credere che l'Introductio abbia avuto una diffusione minore (Thomsen 2008). [M. Ferroni]