Edizione di riferimento:
Magni Aurelii Cassiodori, Variarum Libri XII, cura et studio A.J. Frigh, Turnholti 1973
Il frammento prende nome da Alfred Holder, che lo scoprì nell’ultima pagina di un ms. di Reichenau, databile al X secolo, contenente una copia della versione interpolata del II libro delle Institutiones (codex Augiensis CLV, ora a Karlsruhe, fol. 53v). Altri testimoni del frammento trovati successivamente non portano aiuto significativo per la costituzione del testo, che presenta varie difficoltà di interpretazione. Il primo a pubblicarlo fu Hermann Usener nel 1877. Il titolo dell’opera di Cassiodoro da cui l’excerptum è tratto doveva essere Ordo generis Cassiodororum, come risulta dalla prima riga del testo successiva alle parole di presentazione dovute probabilmente all’excerptor. Essa conteneva un elenco di personaggi appartenenti o legati alla famiglia dell’autore che si distinguevano per doti letterarie: di essi si conservano solo Quinto Aurelio Memmio Simmaco, presentato come oratore e storico, console nel 485, e suo genero Anicio Manlio Severino Boezio [v. scheda], oltre a Cassiodoro stesso. L’opera originale dovette essere composta nel 522, poiché viene menzionato il consolato dei figli di Boezio, che risale a quell’anno, ma non si fa cenno alla sua caduta in disgrazia né alla composizione della Consolatio philosophiae scritta due anni dopo. Il dedicatario dell’operetta, Rufinus Petronius Nicomachus, può essere identificato col Rufius Petronius Nicomachus Cethegus console nel 504. Il frammento, nonostante la sua schematicità e brevità, è ricco di informazioni interessanti: è grazie ad esso in particolare che sono stati superati i dubbi ottocenteschi sull’attribuzione al filosofo Boezio anche degli opuscula sacra, poiché con estrema chiarezza vi si afferma che Boezio scrisse de sancta trinitate et capita quaedam dogmatica et librum contra Nestorium, oltre a opere di dialettica e di matematica. [R. Tabacco]