Edizione di riferimento
Censorini De die natali liber ad Q. Caerellium; accedit anonymi cuiusdam epitoma disciplinarum (Fragmentum Censorini), edidit N. Sallmann, Leipzig 1983 (Bibliotheca Scriptorum graecorum et romanorum teubneriana)
I codici che tramandano il De die natali di Censorino riportano in coda, senza soluzione di continuità, una breve epitome anonima e forse mutila (Cristante, Mastrorosa) in 15 capitoli, riguardante varie disciplinee conosciuta anche come Fragmentum Censorini. Cristante, nella recensione all'edizione del De die natali di Rapisarda, si sofferma brevemente sul rapporto fra le due opere, per quanto, a differenza dell'edizione Teubner (Sallmann 1983) quella di Rapisarda (Pàtron 1991) non contenga il fragmentum. L'importanza di porre in relazione i due testi si evince sia dalla loro tradizione manoscritta sia dal contenuto. L'accorpamento del Fragmentum al De die natali sembra risalire almeno al VI sec. e doveva comunque essere presente nell'archetipo (R.H. Rouse - R.M. Thompson) da cui derivano gli esemplari a noi giunti: i più antichi sono C (Coloniensis Latinus 166) di VII/VIII sec., V (Vaticanus Latinus Palatinus 1588) e P (Vaticanus Latinus 4929) di IX sec.
Si rileva inoltre la sostanziale omogeneità di contenuto di carattere scientifico enciclopedico. Censorino 1, 6 afferma di aver tratto le informazioni per comporre l'operetta da trattati scientifici (ex philologis commentariis) e l'epitome, o almeno quanto ci è giunto, tratta esclusivamente le discipline del quadrivio, concentrandosi su astronomia, geografia, geometria e musica (che include anche la metrica). Il rilievo attribuito alla musica è un ulteriore punto di contatto fra le due opere: ad essa è dedicata la seconda metà del fragmentum (9-15, capitoli di estensione maggiore rispetto ai precedenti) e la teoria musicale pitagorica trova trattazione puntuale anche nel del De die natali ai capitoli 10-13 (Bouvet).
La natura compendiaria del fragmentum e il fatto che sia tramandato in codici contenenti testi legati alla pratica dell'insegnamento (trattati di retorica, commenti a Cicerone, l'epitome a Valerio Massimo di Giulio Paride) lascia supporre che l'operetta fosse utilizzata nella pratica didattica; l'accorpamento col De die natali, inoltre, induce a pensare che anche quest'ultimo testo venisse comunemente utilizzato nelle scuole (Cristante). Del resto Censorino è ricordato come grammatico e autore anche di una Ars grammatica e di un De accentibus, opere a noi non giunte. L'epitome, insomma, schematizza e riassume le discipline la cui conoscenza è indispensabile per la comprensione del De die natali e «insieme sono testimoni della prassi didattica nella scuola imperiale e [...] della sopravvivenza dell'insegnamento scientifico e di una tradizione dossografica» (Cristante). [S. Musso]