Edizione di riferimento:
Le lapidaires grecs, texte établi et traduit par R. Halleux et J. Schamp, Paris 1985, 230-290 (Collection des Universités de France).
Il de lapidibus rappresenta la versione latina tardoantica di un trattato greco di età alessandrina sulle virtù delle pietre, probabile fonte anche dello Ps. Orfeo. I manoscritti lo presentano sotto la duplice paternità di Damigerone e Evace, le cui lettere prefatorie si susseguono in apertura, senza però chiarire in alcun modo le relazioni tra le due figure. Alla dualità dei nomi degli autori corrisponde una tradizione stratificata e complessa, anche dovuta alla natura di testo d’uso del lapidario, che, al pari dell’erbario, veniva spesso modificato da parte di chi lo copiava affinché meglio rispondesse ad esigenze di tipo pratico.
Il testo così come è stato restituito dagli editori, consta di tre parti:
- un primo lapidario astrologico, conservato solo da due manoscritti (CP) e intitolato lapides ad septem signa pertinentes, che mette in relazione sette pietre (chrisolithus, afroselinus, emathitis, keraunius, medos, arabicus, ostrachitis) con sette segni zodiacali (leone, cancro, ariete, sagittario, toro, vergine e capricorno);
- un secondo testo, de lapidibus et eorum sculpturis, ut supra, septidonio conservato sempre da CP (e in parte da T) dove septidonio deve essere considerato una corruzione di septizonio, dativo di septizonium (le sette orbite celesti). Si tratta di una lista di sette pietre (lapis aetites, eliotropius, adamas, memnonius, diadochos, smaragdus, corallius), delle quali si illustrano le forme in cui devono devono essere scolpite o incise a seconda dello status sociale del proprietario;
- il lapidario vero e proprio, composto da un’ottantina di pietre che si susseguono senza alcun ordine. Ciascun capitolo, di lunghezza variabile, presenta una struttura identica, assimilabile a quella degli erbari: breve descrizione della pietra, luoghi in cui è possibile reperirla e proprietà.
La lingua presenta numerosi ellenismi, svelando la natura di semplice traduzione letterale dal greco della maggior parte dei capitoli. [A. Borgna]