Edizione di riferimento:
Aeli Donati quod fertur commentum Terentii, accedunt Eugraphi commentum et Scholia bembina, recensuit P. Wessner, voluminis III pars prior Eugraphi commentum continens, Lipsiae 1908 (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana).
Il commento terenziano di Eugrafio, trasmesso da pochi codici, spesso variamente lacunosi, ci è pervenuto in due redazioni, che sono state contrassegnate come α e β. La redazione α è più estesa, mentre la β è più sintetica.
Wessner (1907 e poi 1908) ha ritenuto di poter dimostrare che la redazione più vicina alla stesura originaria sia la recensio β, e ha costituito il testo di conseguenza. Nella sua edizione, i segmenti testimoniati dalla recensio β, ma non dalla recensio α, sono dati in corsivo; e invece i tratti testimoniati dalla sola recensio α, e non dalla β, sono riportati separatamente a piè pagina, richiamati da asterisco (nell’edizione digitale di DigilibLt si troveranno inclusi fra doppia parentesi quadra e preceduti dalla notazione «(α)»).
Caratteristica della recensio α – soprattutto nei commenti all’Andria e all’Heauton timorumenos – è una specifica attenzione alle figure retoriche (a una di esse, il sardismos, è dedicato un ampio e dettagliato studio di Gitner fra la recensio α di Eugrafio e altre fonti tardolatine). Secondo Wessner la recensio α sarebbe frutto di successivi ampliamenti, anche molto più tardi, ma la sua posizione non è universalmente condivisa. Già Gerstenberg, in una sua dotta e ancora utile dissertazione, proponeva vari argomenti in favore della genuinità di quanto vi viene tramandato. A suo parere, nessuna delle due redazioni riproduce esattamente l’originaria opera di Eugrafio, ma sarebbero entrambe frutto di una manipolazione abbreviativa, e tuttavia a meglio avvicinarsi all’originaria stesura sarebbe appunto la recensio α (Gestenberg 1886, pp. 79 ss., particolarmente 86-10). L’autenticità eugrafiana di quanto da essa trasmesso in tema di figure retoriche è stata più di recente ribadita con fermezza, contro Wessner, da Schindel 2003, p. 148.
Quanto alla successione delle commedie, i manoscritti oscillano, così che non si può pervenire a un’assoluta certezza sull’ordine in cui le dovesse presentare l’archetipo. Dopo aver analiticamente presentato le risultanze dei singoli codici (p. XXIV), Wessner 1908 ne pubblica i commenti secondo la stessa sequenza che le commedie conoscono nel Terenzio Bembino (cfr. Wessner 2007, p. 354): Andria, Eunuchus, Heauton timorumenos, Phormio, Hecyra, Adelphoe.
Eugrafio si propone di chiarire uerba ac sensus, qui obscuri sunt (Phorm. 1,1,1) e, oltre a lasciare un rilevante spazio alle parafrasi, introduce dunque anche glosse di tipo grammaticale o antiquario. Ma la sua linea di approccio prediletta resta quella del taglio retorico. I rapporti di Eugrafio con la precettistica retorica precedente sono illustrati già da Gerstenberg 1886, pp. 57 ss.; per fare un esempio, Eugrafio allinea i prologhi delle commedie ai proemi delle orazioni e dunque dà per essi le stesse prescrizioni fissate dai retori per i proemi (Gerstenberg 1886, p. 61). Nella ridotta bibliografia specifica su Eugrafio e la sua opera, una più ampia perlustrazione del suo commento alla luce della precettistica relativa alla inventio è condotta da Pirovano 2004. [F. Giannotti]