Edizione di riferimento:
Expositio totius mundi et gentium, introduction, texte critique, traduction, notes et commentaire par J. Rougé, Paris 1966 (Sources chrétiennes 124)
Il testo anonimo noto come Expositio totius mundi et gentium, edito la prima volta nel 1628 da Jacques Godefroy, sembra essere la traduzione latina di un testo greco databile intorno al 350. L’operetta presenta strette analogie con un testo latino, forse risalente al VI secolo, noto come Descriptio totius mundi. L’edizione critica di riferimento dell’Expositio è stata pubblicata nel 1966 da Jean Rougé.
L’Expositio è concepita come un itinerario da Oriente a Occidente: i § 4-7 contengono un excursus su un popolo di nome 'Camarini' (forse i Khmer, chiamati Qimar in arabo), sostanzialmente simile all’Itinerario dal giardino dell’Eden, un testo tramandato in una versione bizantina e una versione georgiana, forse derivante da un originale siriaco. Il resoconto sui Camarini presenta alcuni echi dell'antica letteratura utopistica greca, ma in un modo più realistico e 'secolare'.
Successivamente, l'itinerario prosegue verso ovest attraverso l'impero sasanide, considerato in termini piuttosto negativi. Al momento di passare il confine con l'Impero Romano, si ha l’espressione post hos [i Persiani] terra nostra est, quasi a mostrare il sollievo dell'autore nel rientrare in patria. D’altra parte, i Persiani non sono gli unici barbari considerati dall'autore, che conclude la sua descrizione delle province danubiane (§ 67) con la frase "ciò che sta al di là del Danubio appartiene alla stirpe dei Sarmati".
Per quanto riguarda l'Impero romano, l'Expositio ne tesse le lodi senza peraltro insistere sui suoi successi militari; in compenso mostra notevole interesse per la produttività delle città e delle province imperiali, la cui abbondanza è debitamente valorizzata (con l'eccezione della Grecia e Africa). Questo particolare interesse ha portato alcuni studiosi a identificare il suo autore come un mercante o un funzionario imperiale. Questo è però poco probabile, dal momento che il testo presenta diversi anacronismi e almeno un notevole errore (al § 57, il Noricum è considerato come una città). Più probabilmente, l'Expositio è stata scritta da un sofista dalla parte orientale dell'Impero, e forse, come altre opere di ispirazione geografica o pseudo-amministrative, aveva una funzione pedagogica. [G. Traina]