Edizione di riferimento:
Grammatici Latini, V. Artium Scriptores minores. Cledonius Pompeius Iulianus etc., ex recensione H. Keilii, Hildesheim 1961, 325, 2-23 (reprografischer Nachdruck der Ausgabe, Leipzig 1868)
Il brevissimo fragmentum Leidense in artes Donati, edito già in GL 5,325,2-23, è conservato nel foglio 98 del manoscritto Leiden. BPL 122 risalente all’ultimo quarto del IX secolo e prodotto a Lyon o a Saint-Oyan secondo B. Bischoff, Katalog der festländischen Handschriften des neunten Jahrhunderts. Vol. 2 (Wiesbaden 2004), nr. 2151. Il manoscritto contiene numerosi testi poetici e soprattutto grammaticali, tra cui le artes di Donato, il primo libro delle Etymologiae di Isidoro, il de finalibus di Servio e varie opere di Beda (de arte metrica, de schematibus et tropis Sacrae Scripturae, de orthographia). Il frammento costituisce una praefatio a un commento dedicato soprattutto all’ars minor ed è stato a lungo attribuito falsamente a Beda e pubblicato nelle edizioni dei suoi testi grammaticali, dove precedeva i Cunabula artis grammaticae – anche essi falsamente considerati opera del Venerabile - come avviene per esempio nel Migne: cfr. C.W. Jones (ed.), Beda. Opera. Vol. 1. (Turnhout 1975). (Corpus Christianorum Series Latina, 123A), pp. 3, 63, 67, 77. Il tono della praefatio è didattico e mira a rendere più accessibile la grammatica latina ai simpliciores in modo da introdurli in seguito alla comprensione più approfondita della lingua latina. [A. Balbo]