Edizione di riferimento:
Itinerarium Gaditanum. CIL (Corpus Inscriptionum Latinarum) XI 3281-3284 ed. Academia Litterarum Borussica, Leipzig/Berlin 1862-1943.
L'Itinerarium Gaditanum trascrive, con ogni probabilità, un documento di natura politico-amministrativa, replicato su quattro bicchieri d'argento. Non conosciamo le circostanze in cui si realizza questa operazione, né tanto meno il committente (a Roma o in Spagna?). In ogni caso, il testo inciso su questi oggetti di pregio sembra perseguire finalità latamente culturali e geografiche, proponendo un percorso che collega Roma ai limiti occidentali del mondo allora conosciuto.
L'Itinerarium Gaditanum prende il nome dal percorso a Gades Romam, ossia che da Cadice, centro terminale della via Augusta in Baetica (Spagna), sull’Atlantico, giunge fino a Roma.
Le tappe di un tale percorso sono incise su quattro bicchieri d'argento, i cosiddetti Vasi di Vicarello (CIL XI, 3282-3284), rinvenuti alla metà dell'Ottocento nella stipe votiva di una sorgente termale presso il Lago di Bracciano, ristrutturata nell'età di Domiziano e posta sotto la tutela di Apollo e di altre divinità. Questi singolari reperti risultano di cronologia controversa: sulla base dei motivi decorativi vengono di solito datati tra la metà del I e la metà del II secolo d. C.; ma ora, sulla scorta di una più puntuale analisi del testo – in particolare la presenza del termine itinerarium –, Manfred G. Schmidt assegna la loro realizzazione alla tarda antichità (IV sec. d.C.?), epoca in cui peraltro si collocano sia l'Itinerarium Antonini sia il Burdigalense.
L'itinerario riportato su ogni bicchiere è il medesimo, seppure con qualche variante nell’elencazione delle tappe. Il testo risulta suddiviso in quattro parti, separate da altrettante colonne con plinti e capitelli corinzi, ed è racchiuso tra due righe con lettere di dimensioni maggiori: quella superiore che riporta una sorta di titolo (assente nel IV bicchiere) e quella inferiore contenente la distanza totale.
I luoghi di sosta si succedono a un intervallo che varia da 8 a 24 miglia e coincidono con centri urbani ben noti in età romana, ma anche con località minori, dotate di strutture per l'accoglienza dei viaggiatori.
Da Cadice, sul mare Oceano, l'itinerario segue la via Augusta per Tarragona (tranne nel settore tra Cordova e Valenza); quindi, dopo aver superato i Pirenei, si immette nella via Domitia per Narbona e Arles per dirigersi, attraverso il valico del Monginevro e Susa, a Torino e poi a Pavia. Successivamente prosegue oltre il Po, per innestarsi sulla via Emilia fino a Rimini, da dove continua sulla via Flaminia fino alla capitale dell'impero.
Il percorso descritto attraversa tutto l'Occidente romano, partendo da Gades, sul mare Oceano, agli estremi limiti del mondo allora conosciuto, dove il mitico viaggio di Ercole (la via Herculis, su cui insiste Manfred G. Schmidt) era ricordato da un tempio con il culto dell'eroe e dalle vicine colonne che portavano il suo nome. [M Calzolari]