Edizione di riferimento:
Rhetores Latini Minores, ex codicibus maximam partem primum adhibitis emendabat Carolus Halm, Lipsiae 1863, 48- 58 (Bibliotheca Scriptorum Graecorum et Romanorum Teubneriana).
Già David Ruhnken a metà del XVIII secolo aveva espresso la convinzione che questo trattatello e il successivo sulle figure di pensiero non fossero di Rufiniano, giudicandolo exilis e ieiunus e ritenendo che l’attribuzione al retore fosse frutto della scelta di qualche librarius in qualche punto della tradizione (Halm, 48 app.). L’opera presenta 48 figure, delle quali 26 sono introdotte dal termine greco e contengono la definizione e l’esempio, le altre 22 sono prive di nome proprio e caratterizzate dall’essere formate da una sola parola; di queste ultime si dichiara una divisione per casi (genitivo, dativo, accusativo e ablativo), numeri, preposizioni (ad, in), generi e persone, ma nell’ultima parte sono introdotti particolari effetti che riguardano aspetti più linguistico-grammaticali che propriamente retorici, come l’uso dei pronomi indefiniti al posto degli aggettivi o l’impiego avverbiale degli aggettivi stessi. Questo fatto spiega probabilmente anche l’inserimento di excerpta di quest’opera nel manoscritto Roma, Bibl. Casanatense, 1086 del IX secolo, utilizzato da Ulrich Schindel per correggere in vari punti l’edizione di Halm. La scheda del manoscritto è consultabile all’interno del progetto Manus alla URL http://manus.iccu.sbn.it//opac_SchedaScheda.php?ID=15974. Dal punto di vista del contenuto delle citazioni il testo si fonda essenzialmente su Virgilio con occasionali presenze di Persio, Terenzio e Plauto e forse di Sallustio, come ha argomentato Adkin 2002. [A. Balbo]