Edizione di riferimento:
Physiologus latinus: editions preliminaires versio B, F. J. Carmody, Paris 1939.
Il Physiologus è una delle opere antiche, non molto numerose, definite Gebrauchstexts, testi d’uso pervenuti in versioni diverse: quattro redazioni greche, tre latine, altre orientali di cui una armena, dalle quali derivano ulteriori numerose traduzioni e rielaborazioni nei secoli del medioevo, tutte attestazioni della grande fortuna dell’opera.
Si tratta sostanzialmente di un bestiario, anonimo, in cui si succedono descrizioni di animali, piante e alcuni minerali, spesso immaginifiche e senza un ordine chiaro. L’impostazione cristiana di questo sguardo sulla natura intende finalizzare tali descrizioni all’ insegnamento morale su temi vari - tra gli altri la castità, l’astitenza, l’obbedienza - collegandole a citazioni di testi sacri. Una parte minoritaria della critica moderna ritiene che la funzionalità dell’opera alla predicazione religiosa non sia da considerarsi esclusiva e sia rilevante anche l’interesse specifico per le scienze naturali.
La traduzione latina, che ebbe una forte influenza in particolare sull’area occidentale dell’Europa e fu alla base di ulteriori numerose traduzioni in lingue romanze, è pervenuta in due redazioni tardoantiche, b e y, che si considerano tradizionalmente basate su due diversi modelli greci. Una terza redazione, x, priva di titolo e tramandata in due mss. di cui uno con belle illustrazioni (Physiologus Bernensis, Bern, Burgerbibliothek 318) è segnata da un latino povero e sfigurato da errori di copiatura. Per questo non è al momento inclusa in questa biblioteca.
L’edizione di Carmody della redazione b (1939) è oggi quella di riferimento, ma è presentata da Carmody stesso, in considerazione della complessità della tradizione, come ‘édition préliminaire’, vale a dire come punto di partenza per nuove edizioni. Carmody non conosceva il ms. oggi ritenuto migliore (O, Montecassino, Bibl. Abb., lat. 323) e si basa su manoscritti molto eterogenei, compresa la tradizione indiretta e quella dei bestiari. Shari Boodts e Caroline Macé (2021) giudicano l’edizione “entirely unreliable”.
Questa redazione ebbe grande diffusione e è all’origine del genere fortunato dei bestiari medievali, convergendo con altre fonti (in particolare le Etymologiae di Isidoro di Siviglia). I suoi rapporti con la redazione y sono complessi e dibattuti, poiché si evidenziano anche spiccate differenze in alcuni capitoli: Giovanni Orlandi (1985) la riteneva una rielaborazione aumentata della redazione y. Boots e Macé ipotizzano che “Phys. Lat. b may be a further development of an older, archetypal Latin translation, the ancestor of the versions we now know as Phys. Lat. y and b” (2021 p. 137). [R. Tabacco]