Edizione di riferimento:
Geographi latini minores, collegit, recensuit, prolegomenis instruxit A. Riese, Heilbronne 1878, 127-129.
Il manoscritto Verona, Biblioteca Capitolare, II (2), databile alla prima metà del VII secolo (cfr. E. A. Lowe, Codices Latini Antiquiores, IV, Oxford 1947, p. 21, n. 477; I manoscritti della Biblioteca Capitolare di Verona, catalogo redatto da don Antonio Spagnolo, a cura di S. Marchi, Verona 1996, pp. 51-52), conserva ai fogli 225 r, l. 14-226r l. 19, al termine della Cosmographia di Giulio Onorio, una lista delle province romane risalente all’epoca degli imperatori Diocleziano e Costantino nota come laterculus Veronensis. La lista contiene centouno province organizzate secondo il sistema delle diocesi introdotto da Diocleziano alla fine del III secolo: sei diocesi orientali (Oriens, Pontica, Asiana, Thracia, Moesiae, Pannoniae) e sei diocesi occidentali (Britanniae, Galliae, Viennensis, Italia, Hispaniae, Africa). Al termine di questa lista, vi è anche un elenco dei popoli barbari sottomessi all’impero e un elenco delle città situate oltre il Reno.
Dopo essere stato pubblicato da Scipione Maffei nei suoi Opuscoli ecclesiastici, Trento 1742, pp. 84-85, il laterculus fu riscoperto ed edito nel 1862 da Theodor Mommsen, il quale propose di datarlo al 297 d. C (l’edizione si legge in Mommsen 1862, pp. 491-493, la proposta di datazione alle pp. 516-517). Il laterculus fu riedito da Otto Seeck nel 1876 in appendice alla Notita dignitatum (Seeck 1876, pp. 247-251) e da Alexander Riese nei Geographi Latini minores (Riese 1878, pp. 127–129). Quarant’anni più tardi, Clinton Walker Keyes ipotizzò di collocare il frammento un po’ più tardi, tra il 303 e il 314 (Keyes 1916, p. 201). Il suo contributo fu all’origine di nuove proposte di datazione (Bury 1923; Stein 1928, p. 102 Schwartz 1937, pp. 79-82). Nel 1954, Arnold Hugh Martin Jones tentò di dirimere la questione sostenendo che la lista testimoniava la situazione delle province romane nella seconda decade del IV secolo (Jones 1954, p. 23) e, nel 1964, propose come datazione gli anni 312-314 (Jones 1964, III, p. 381), sulla scorta di quanto affermato da Hans Georg Kolbe (Kolbe 1962, pp. 65-71).
Una svolta decisiva per lo studio di questo testo fu data da Timothy Barnes, il quale inizialmente sostenne che la lista di Verona non fotografasse una situazione delle diocesi omogenea dal punto di vista cronologico (Barnes 1975) e che la situazione delle diocesi orientali del laterculus risalisse agli anni tra il 314/315 e il 324 e quella delle diocesi occidentali agli anni tra il 303 e il 314 (Barnes 1982, p. 205); egli pubblicò anche un’edizione diplomatica del testo (Barnes 1982, pp. 202-203). In seguito, Barnes ritrattò la sua posizione, collocando la redazione del laterculus nel 314 (Barnes 1996, pp. 548-550). Quest’ipotesi di datazione fu confermata da Constantin Zuckerman, il quale affermò che il documento rifletteva la situazione dell’impero dopo la vittoria di Licinio su Massimino Daia nell’aprile del 313, quando Costantino e Licinio decisero di spartirsi equamente l’impero, con Costantino che divenne imperatore d’Occidente e Licinio sovrano in Oriente, e prima dell’esplosione della guerra civile tra i due nel 316 (Zuckermann 2002, pp. 636-637) [G. Cattaneo].