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Edizione di riferimento:
M. De Nonno, Frammenti sconosciuti di Plozio Sacerdote con osservazioni sul testo dei Catholica Probi, «Rivista di filologia e di istruzione classica», 111 (1983), 401- 409.
Con il termine di fragmenta Taurinensia si indicano le lacinie del perduto quinto quaternione della sezione tardoantica del Neapolitanus Latinus 2 contenenti alcune porzioni del secondo libro della grammatica di Sacerdote. Si tratta di quattro frammenti pergamenacei, utilizzati per tenere assieme i fogli del corale dell’Abbazia di s. Colombano di Bobbio del XII sec. presenti nel ms. Varia 186 bis della Biblioteca Reale di Torino, e di un intero foglio utilizzato come foglio di guardia dell’ex codice bobbiese Taur. G V 4 conservato alla biblioteca dell’Accademia delle Scienze di Torino. Il loro ritrovamento fu comunicato per la prima da Carlo Cipolla 1884, pp. 441-454, che fornì una prima e completa trascrizione diplomatica di tutti quanti i fragmenta. A tre anni di distanza dall’incendio del 1904 che funestò la Biblioteca Nazionale di Torino e nel quale andò perduto il foglio di guardia che da poco era stato lì trasferito, Cipolla 1907, pp. 97-99, ne comunicò nuovamente la sua precedente trascrizione, restando convinto, come già all’epoca della scoperta, che le non trascurabili differenze tra il testo dei frammenti e i Catholica Probi pubblicati da Keil, e con cui pure mantenevano una generale congruenza, indicassero che ci si trovava di fronte ai resti del secondo dei tre codici di Probo registrati dal catalogo del monastero di Bobbio del X secolo come Libros Valerii Probi III. In realtà, come è stato dimostrato da De Nonno 1983, tale parziale somiglianza è dovuta al fatto che i frammenti contengono invece porzioni del secondo libro dell’Ars di Sacerdote, di cui i Catholica rappresentano una tradizione separata veicolata sotto il nome di Probo. Lo studioso fornisce un’edizione critica dell’intero corpus dei frammenti, preceduta da una ricostruzione bibliologica che propone una loro possibile collocazione originaria all’interno del fascicolo. Dei quattro frammenti, i primi due costituivano la metà superiore del primo foglio (corrispondenti a GL IV 10, 20-31 per il recto, e GL IV 11, 16-32 per il verso); la seconda coppia restituisce il corpo centrale dell’ottavo foglio (ossia all’incirca da GL IV 23, 12 a poco oltre GL IV 25, 8 haec) ed è il proseguimento di quanto contenuto nel perduto foglio di guardia corrispondente al settimo foglio (GL IV 21, 14-23, 12 hic Achillas). Per completezza, si aggiunga che al quinto quaternione del Neapolitanus è ricondotta da Ferrari 1973, p. 9, una striscia di pergamena utilizzata come rinforzo per la cucitura dei bifolii 19/22 e 20/21 del Taur. F IV 25, la cui manciata di lettere superstiti, testualmente del tutto irrilevanti, pur facendo ipotizzare una possibile derivazione della pecetta dal quarto foglio del fascicolo, giustifica qualche dubbio sulla sua origine (De Nonno 1983, p. 396 n. 3). [Andrea Bramanti]