Maximilian Ihm, Beiträge zur Textgeschichte des Sueton. 1. Die Suetonexcerpte des Heiric von Auxerre. 2. Glossen in Suetonhandschriften, «Hermes» 36, 1901, pp. 357-358.
Rispetto all’edizione curata da Maximilian Ihm, che rispetta fedelmente la grafia del manoscritto, sono stati introdotti i dittonghi e le maiuscole secondo l’uso corrente, è stata eliminata una p epentetica con valore grafico (9 condemnati per condempnati del manoscritto), è stata ripristinata un’aspirazione iniziale (30 habuit per abuit) e sono state sciolte le abbreviazioni, tranne e. (est) i. (id est) e s. (scilicet). Abbiamo corretto una svista dovuta a confusione tra liquide, che probabilmente risale allo scriba e non allo scoliaste (4 pluralem anziché plurarem).
L’editore segnala con sic due casi in cui lo scolio non corrisponde alle lezioni tramandate dal codex Memmianus, a testimonianza del fatto che gli scolii non furono redatti sulla base del testo del Memmiano (20 testanti] testati dicebantur qui testamento signabantur; 32 harundine carens] tuba qua caneret).
Gli Scholia cod. Memmiani in Suetonii Iul. 1-32 sono una serie di brevi annotazioni marginali e interlineari di incerta datazione che sono conservate nel codice Memmiano delle Vitae Caesarum di Svetonio e si leggono in corrispondenza di Vita Divi Iuli 1-32.
Una delle testimonianze più importanti della fortuna delle Vitae Caesarum di Svetonio nel Medioevo è una lettera dell’abate Lupo di Ferrières (805-862/863) a Markward abate di Prüm. Nell’epistola, scritta nell’844, Lupo chiede all’amico di farsi da intermediario presso Attone abate di Fulda affinché quest’ultimo gli invii una copia delle Vitae, che erano conservate in un codice del monastero fuldense. A Fulda era stato educato uno dei principali intellettuali della corte carolingia, Eginardo (775-840), il quale aveva tratto ispirazione dalla Vita Augusti svetoniana per redigere la sua Vita Karoli Magni (Rand 1926; Reeve 1983, pp. 399-400; Wood 2014).
Lupo chiede che gli venga trasmessa una copia del manoscritto fuldense dal momento che «in hac regione nusquam invenitur» (ep. 91 MGH; ep. 35 Levillain). Non sappiamo se Lupo abbia ricevuto un apografo del manoscritto, ma si pensa che una copia effettivamente sia giunta a Ferrières e sia stata utilizzata da un allievo di Lupo, Eirico di Auxerre, il quale trascrisse alcuni escerti dell’opera svetoniana nei suoi Collectanea (Ihm 1901, pp. 343-356; Quadri 1966, p. 61).
Nonostante Lupo sostenga di non aver trovato una copia delle Vitae «in hac regione», nei primi decenni del IX secolo in Francia vi era almeno un manoscritto contenente le Vitae Caesarum. Si tratta proprio del codex Memmianus, il più antico testimone delle Vite dei Cesari giunto fino a noi. In base alla classificazione di Léon Preud’homme (Preud’homme 1903-1904, p. 63 e passim), il codice Memmiano fa parte della famiglia X dei manoscritti delle Vitae Caesarum, a capo della quale potrebbe esserci proprio il perduto codice di Fulda (Reeve 1983, p. 400).
Questo manoscritto fu vergato intorno all’820 a Tours, dove rimase almeno fino alla fine del Medioevo. In seguito, il codice appartenne alla biblioteca raccolta dal bibliofilo francese Henri I de Mesmes (1532-1596), da cui la denominazione Memmianus. Infine, nel 1689 il manoscritto confluì nella biblioteca di Émery Bigot (1626-1689), che fu acquisita nel 1706 dalla Bibliothèque Royale di Parigi (Delisle 1868, pp. 322-329; 397-400). Oggi il codice ha la segnatura Par. lat. 6115.
Una mano differente rispetto a quella che ha vergato il testo del Memmiano ha aggiunto le note esplicative: questa mano è stata collocata da Max Ihm nel tardo XII secolo (Ihm 1901, p. 357). Gli scolii erano già stati editi parzialmente da Gustav Becker, il quale riteneva che fossero stati scritti dallo stesso scriba che copiò le Vitae Caesarum (Becker 1862, p. iv). Ihm ha anche notato corrispondenze tra gli scolii del nostro manoscritto e alcuni lemmi del Corpus glossariorum Latinorum, in particolare certe glossae grecolatine edite da Goetz e Gundermann nel secondo volume del Corpus (Ihm 1901, p. 357). [G. Cattaneo]