Edizione di riferimento:
H. Keil (ed.), Grammatici Latini, IV, Leipzig 1864 (Hildesheim 1961), pp. 475-485.
Pubblicato nel IV volume dei GL (475-485), il breve testo costituisce una trattazione della prima parte dell’Ars Maior di Donato, rientrando così nel novero di testi esegetici scaturiti dalla riflessione grammaticale donatiana e, al contempo, dalla prima grande rielaborazione effettuatane da Servio.
L’opuscolo infatti pur ripercorrendo, nei cinque punti trattati, la struttura organizzata da Donato, offre spesso una prospettiva più ampia, talvolta anzi in contrasto con quanto affermato dal celebre grammatico, e certamente nutre la sua trattazione anche di materiali serviani, non rinunciando, peraltro, ad aggiunte e/o argomentazioni personali e autonome. Così, ad esempio, ad apertura del capitolo de littera, Sergio riprende l’analisi etimologica di Servio (475, 5: littera dicta est quasi legitera, cfr. Serv. Comm. in artem Donati, GL IV, 421), ma, nell’escludere il riferimento al mito di Carmente, aggiunge la definizione di lettera come atomos, in quanto unità inscindibile (475,9: ideo a philosophis atomos dicitur), diventando così fonte di una definizione diffusasi poi tra i grammatici del primo Medioevo, che mostrano di conoscere e leggere il testo di Sergio (Law); ‘discute’ con Donato a proposito del valore di digamma attribuito da questi alla u- (476, 14-22); appare innovativo nella trattazione della lettera H, che considera il risultato della fusione di due notae greche, relative alla δασεῖα (├) e alla ψιλή (┤) e nella raffigurazione grafica dei piedi (480, 18-19: figura etiam accidit pedi, ut si velimus spondeum figurare his notis - -, pyrrichium his ˘˘); nel de distinctione (de posituris in Donato e Servio); si sofferma sulla diversa valenza dei termini distinctio e positura (484, 23-25).
La diffusione del De littera presso i grammatici di VII-IX secolo (Law; Munzi) rende l’opuscolo, insieme con il Commentarium de oratione ora attribuito allo stesso Sergio, un importante tramite per la ricezione dell’esegesi grammaticale tardoantica. [A. Di Stefano]