Edizione di riferimento:
Symmaque, Discours, texte établi, traduit et commenté par Jean-Pierre Callu, Paris, Les Belles Lettres, 2009.
Il frammentario corpus delle orazioni simmachiane, tramandato dallo stesso Bobiensis rescriptus che contiene ciò che resta del De re publica ciceroniano e l'opera di Frontone (i ventisette fogli che interessano Simmaco sono divisi tra l'Ambrosiano E 147 inf. e il Vaticano Latino 5750), comprende tre panegirici e cinque discorsi d'occasione tenuti in Senato. Si tratta di testi composti da Simmaco in età giovanile, all'inizio della carriera politica, prima della nomina a prefetto della città di Roma. Due dei panegirici sono dedicati a Valentiniano I, il terzo al giovanissimo Graziano: la datazione, sulla quale le opinioni di alcuni studiosi divergono (il Seeck sostiene l'ipotesi, rigettata dalla Del Chicca, di una doppia redazione), dovrebbe aggirarsi per tutti e tre intorno al 369-370. Caratterizzati da una certa esuberanza stilistica che ha nell'abundantia sermonis il suo tratto fondamentale, i tre elogi seguono sostanzialmente i dettami della tradizione encomiastica: elogio della stirpe, celebrazione delle qualità fisiche e morali del princeps (resistenza alla fatica, valore militare, umiltà e clemenza), confronti con i grandi condottieri greci e romani del passato inevitabilmente ridimensionati rispetto all'imperatore. Se, nella laudatio prior di Valentiniano, Simmaco si sofferma soprattutto sulle prime esperienze e sul duro apprendistato cui si è sottoposto il futuro sovrano, in ogni caso senza trascurare gli atti politici più significativi, la laudatio altera si distingue per maggiore varietà stilistica e contenutistica, occupandosi principalmente della descrizione di alcune operazioni di fortificazione lungo il corso del Reno promosse da Valentiniano. L'oratore coglie l'occasione per stabilire un paragone tra la civiltà romana e quella barbarica, inquadrata in schemi piuttosto prevedibili (rozzezza, rigidità, scarso acume). Il panegirico di Graziano, invece, celebra il non ancora imperatore con toni che ricordano la IV ecloga di Virgilio, innegabile punto di riferimento per il tradizionalista Simmaco. Il resto dei frammenti risulta decisamente meno interessante: spicca tra questi il discorso in onore di suo padre Lucio Aurelio Avianio Simmaco, insignito della carica consolare nel 377. Gli altri ci restituiscono frustuli di discorsi in favore di Trigezio, Flavio Severo, Sinesio e Valerio Fortunato, tutti personaggi politici presumibilmente legati all'ambiente senatorio di cui i Simmachi erano autorevoli rappresentanti. [V. del Core]