Edizione di riferimento:
The Works of Ausonius, edited with Introduction and Commentary by R. P. H. Green, Oxford 1991, 193-231.
Le Epistulae di Ausonio sono una raccolta di venticinque lettere indirizzate a vari destinatari: il padre, il figlio Esperio, gli amici Assio Paolo, Teone, Tetradio, Ursulo, Simmaco, Probo e il discepolo Paolino di Nola. La raccolta ha carattere prosimetro, seppur con prevalenza delle missive poetiche: una sola lettera, infatti, è completamente in prosa (ep. 17, a Simmaco), mentre altre, benché in versi, hanno un preambolo prosastico (ep. 11, ad Assio Paolo; ep. 16, a Probo).
Particolarmente complesso è il problema della cronologia, dal momento che molte epistole non forniscono elementi interni che possano essere di aiuto. Se, infatti, in alcuni casi è possibile fissare la data con una certa approssimazione, come nel caso dell’ep. 1, scritta in occasione della nascita del figlio (335), altre, invece, contengono riferimenti cronologici assai vaghi e per la loro composizione è possibile individuare solo un probabile lasso di tempo. È questo il caso, ad esempio, delle lettere in cui Ausonio dice di aver ormai abbandonato il foro e l’ingrata attività di docente, che si ascrivono genericamente al periodo tra il 380 e il 383, quando il suo peso a corte era diminuito e sempre più spesso si ritirava nelle sue tenute di campagna per lunghi soggiorni. Particolarmente complessa è poi la cronologia dello scambio con Paolino di Nola, composto di sette epistole: se è chiaro che esse vadano distinte in due gruppi, il primo composto dalle epp. 19, 20, 21, tutte missive che appartengono ai tempi in cui Paolino non aveva ancora abbracciato la vita spirituale, il secondo, formato dalle epp. 22, 23, 24, 25 presenta notevoli problemi nel tentativo di determinarne la successione interna.
Pur nella molteplicità dei destinatari e delle tematiche, quello di Ausonio non è un epistolario paragonabile alle grandi raccolte dell’antichità: si tratta per lo più di lettere rivolte agli amici, dai toni spesso encomiastici e che, non di rado, contengono inviti e sollecitazioni a comporre poesie. Alcune, poi, caratterizzate da un periodare ampio e ampolloso, si riducono a esercizi di virtuosismo in cui l’autore fa sfoggio della propria erudizione. Ciononostante, queste epistole rappresentano un documento prezioso per la ricostruzione dell’ambiente sociale gallo-romano del IV secolo, che Ausonio assai spesso ci svela in vivaci scorci di vita quotidiana. Ai tratti più intimi, come la nascita del figlio, il piacere della lettura, la serenità dell’otium in campagna, l’amarezza di chi si vede messo ai margini della vita politica, si affiancano anche tematiche maggiormente legate alla temperie culturale contemporanea, come emerge dalla sostanziale incomprensione che Ausonio, seppur formalmente cristiano, mostra nei confronti della scelta di Paolino di abbandonare la tradizionale carriera politica per una spiritualità di stampo ascetico. [A. Borgna]