Edizione di riferimento:
Mythographi Vaticani I et II, cura et studio P. Kulcsar Turnhout 1987.
Nel 1831, all’interno del terzo volume dei Classici auctores e Vaticanis codicibus editi, Angelo Mai pubblicò i testi di tre mitografi che divennero in seguito noti con il nome di Mythographi Vaticani [si veda la scheda sul Mythographus Vaticanus I]. Come si evince dalla prefazione, Mai trasse i primi due mitografi dal manoscritto Vat. Reg. lat. 1406, mentre per il terzo si avvalse di più codici: Vat. lat. 3413, Vat. Reg. lat. 1290, Vat. Pal. lat. 1726 e Vat. lat. 1960 (Mai 1831, pp. v-vi; Elliott-Elder 1947, p. 192).
Nel 1834, Georg H. Bode, professore all’Università di Göttingen, ripubblicò il testo dei tre mitografi vaticani corredandolo di una ricchissima serie di note critiche. Tuttavia, per quanto riguarda i Mythographi I e II, egli non procedette ad una nuova collazione del manoscritto Reg. lat. 1406, ma tentò di sanare ope ingenii o ex fontibus le mende contenute nell’edizione di Mai, e non prese in considerazione gli altri testimoni delle raccolte (Bode 1834, Notae criticae pp. 3-4; Elliott-Elder 1947, pp. 202-203; Kulcsár 1987, pp. vi-xi; Zorzetti 1993). La prima edizione critica del Mythographus II è stata curata da Péter Kulcsár e pubblicata nel volume 91c del Corpus Christianorum. Series Latina (Kulcsár 1987, pp. 92-295).
Come il Mythographus I, anche il secondo è anonimo: se Mai aveva proposto un’attribuzione a Lattanzio Placido (Mai 1831, pp. vii-ix), mentre il filologo tedesco Max Manitius a Remigio di Auxerre (Manitius 1911, p. 511), coloro che si sono occupati di questo testo in tempi più recenti hanno lasciato la questione sostanzialmente aperta, limitandosi a collocarlo cronologicamente in età carolingia o post-carolingia (Elliott-Elder 1947, p. 202; Zorzetti-Berlioz 1995, pp. xi-xii; Dain 2000, pp. 8-9; Pepin 2008, pp. 5-6; Basile 2013, p. 14). É comunque opinione condivisa che il Mythographus II sia successivo al Mythographus I (Dain 2000, pp. 8-9).
L’opera si apre con un paragrafo sulla favola e sulle origini di tale genere letterario. Seguono 275 schede di varia estensione riguardanti innanzitutto la mitologia classica, ambito in cui possono essere individuati alcuni nuclei tematici, come Apollo (28-34), Venere (40-46), Cerere (117-119) ed Ercole (172-193). Seguono schede sulla storia, geografia e cultura greca e romana (229-234, su alcune città, isole e promontori; 236-244, su alcuni episodi della storia di Roma dalla monarchia al principato; 264-265, su Archiloco e Ipponatte; 273, su Romolo e la rupe Tarpea). In alcuni casi, i miti sono accompagnati da explanationes e interpretationes (128-129, su Issione; 135-136, sulle Gorgoni; 140-141, sul re Mida).
Le fonti utilizzate dal Mythographus II sono pressappoco le stesse del Mythographus I: il commento a Virgilio di Servio, Isidoro, Fulgenzio, le Narrationes fabularum Ovidianarum, Igino e gli scolii a Orazio, Stazio, Lucano e a Giovenale (Keseling 1908; Dain 2000, pp. 15-27). È anche molto probabile che tra le fonti utilizzate dal Mythographus II ci sia lo stesso Mythographus I (Keseling 1908, pp. 116-130). [G. Cattaneo]