Edizione di riferimento:
Vitae Vergilianae antiquae, recc. G. Brugnoli et F. Stok, Romae 1997, 193-200.
Un perduto codice di Bobbio ha trasmesso un commento a Bucoliche e Georgiche attribuito a Probo, ma in realtà certamente tardoantico. Del codice ci rimane l’edizione a stampa pubblicata nel 1507 a Venezia da Giovanni Battista Egnazio, ed alcuni apografi derivati da un esemplare pervenuto verso il 1470 a Pomponio Leto (la tradizione del commento è stata esplorata da Wheelock 1935 e Gioseffi 1991). Il commento è preceduto da una breve biografia di Virgilio, detta convenzionalmente Vita Probiana (cfr. Suerbaum 1981, 1178). Essa venne pubblicata (anonima) da Bussi nell’edizione virgiliana stampata a Roma nel 1471 da Schweynheym e Pannartz (a Bussi il testo della Vita era stato certamente fornito da Leto; lo stesso Leto utilizzò la Vita probiana quale fonte principale della propria Vita Vergili: cfr. Dykmans 1987; Stok 2015). Un’edizione critica della Vita è stata pubblicata da Lehnus 1982 (in precedenza la Vita era stata pubblicata nelle edizioni svetoniane di Reifferscheid 1860, pp. 52-54 e Rostagni 1944, pp. 159-66 e nell’edizione del commento pseudo-probiano di Hagen 1902, pp. 323-24. Altre edizioni sono incluse nelle raccolte delle Vite virgiliane: Nettleship 1879, pp. 7-8; Diehl 1910, pp. 43-44; Brummer 1912, pp. 73-74; Hardie 1954 (19572), pp. 22-24 (1966: pp. 26-28); Bayer 1958, pp. 586-87 (19702, pp. 246-49, con traduzione tedesca); García 1985, pp. 154-55 (trad. spagnola); Brugnoli-Stok 1991, pp. 442; Brugnoli-Stok 1997, pp. 193-200; Ziolkowski-Putnam 2008, pp. 225-27 (con traduzione inglese).
La Vita non è dello stesso autore del commento, come evidenziano le incongruenze fra la prefazione al commento e la Vita stessa, e comunque non è del grammatico Marco Valerio Probo, come riteneva Körtge 1900 ed ancora Rostagni 1944, la cui ricostruzione venne criticata da Paratore 1946 [20073 pp. 135-80]. La datazione tardoantica era già stata stabilita da Norden 1906, pp. 166-67 (su altri aspetti della Vita Probiana cfr. Pascal 1900; Nardi 1931; Sabbadini 1932; Di Martino 1932; Agnès 1941; Brugnoli – Scarcia 1965). Il contesto culturale tardoantico della Vita è stato chiarito da Deufert 2009.
Il compilatore della Vita ha utilizzato la Vita Vergili di Svetonio-Donato, ma ha aggiunto le seguenti notizie:
- distanza di Andes da Mantova 30 miglia (Svetonio / Donato: non procul); notizia utilizzata di numerosi contributi sul problema sulla localizzazione di Andes;
- il nome della madre di Virgilio Magia Polla (derivato dalla Vita Vergili di Foca: cfr. Brugnoli 1964);
- l’adesione alla filosofia Epicurea assieme a Quintilio Varo, Plozio Tucca e Vario Rufo;
- l’attribuzione ad un enigmatico Servius Varius dell’epigramma attribuito da Donato a Sulpicius Carthaginiensis (sulla questione cfr. Stok 2007-2008).
Queste notizie sono state considerate spesso prive di credito (cfr. per es. Brugnoli – Naumann 1990, p. 575) ma almeno la notizia sulla frequentazione della scuola epicurea ha trovato riscontro nel papiro ercolanense di Filodemo PHerc. Paris 2 (cfr. Brugnoli – Stok 2002, 79-80; sul papiro cfr. Capasso – Gigante 1989; Gigante 2004; Delattre 2004).
Il testo della Vita è quello pubblicato da G. Brugnoli in Brignoli-Stok 1997, ma per l’epitafio virgiliano si è preferito pubblicare poma dei manoscritti (in luogo di rura) in quanto questa doveva essere la lezione del perduto codice bobbiese (analogamente, per la distanza di Andes da Mantova, nell’edizione è adottata la lezione XXX, in luogo della lezione III stampata da Egnazio). [F. Stok]