Edizione di riferimento:
Th. Mommsen, P. Meyer, Theodosiani libri XVI cum constitutionibus Sirmondianis et leges novellae ad Theodosianum pertinentes, 1/2, Berolini 1905, pp. 907-921.
Le Constitutiones Sirmondianae (dette anche Sirmondinae) sono una collezione di sedici costituzioni concernenti il diritto ecclesiastico e devono il proprio nome al gesuita francese Jacques Sirmond (1559-1651), illustre studioso di patrologia, che ne curò la prima edizione nel 1631. Si tratta di una raccolta privata di costituzioni imperiali, di cui è ignoto il compilatore; è possibile che fosse attivo in Gallia, in ambiente romano-cristiano, poiché la collezione riproduce molte costituzioni dirette al prefetto del pretorio della Gallia; Mommsen ne afferma peraltro l’origine africana, in quanto in essa sono presenti anche costituzioni pubblicate a Cartagine. Secondo Scherillo, sillogi del genere dovevano circolare in ambienti ecclesiastici, sia in Occidente sia in Oriente, poiché risulta che nelle collezioni ecclesiastiche dell’epoca e negli atti dei concili fossero incluse costituzioni imperiali indipendenti dal Codex Theodosianus o, comunque, non presenti in esso. Le Constitutiones Sirmondianae sarebbero l’unica raccolta di questo tipo a essere giunta fino a noi, mentre le altre sarebbero andate perdute. L’opera è priva di un impianto sistematico e non segue un ordine cronologico; secondo Scherillo ciò costituirebbe un serio indizio del fatto che essa sia completa e non costituisca un frammento di un’opera più ampia. La costituzione più antica è del 333 d. C. e la più recente del 425; si ritiene che la raccolta sia stata realizzata prima del Codex Theodosianus, pubblicato nel 438 d. C., poiché alcune delle Constitutiones Sirmondianae non furono ricomprese in tale Codex. La loro autenticità fu messa in dubbio da Gotofredo, ma è oggi comunemente riconosciuta, per quanto rimangano delle perplessità in merito alla prima costituzione (di Costantino, del 333) perché il riconoscimento della giurisdizione dei vescovi in essa previsto è ritenuto da alcuni studiosi troppo ampio per quell’epoca e, inoltre, non è compresa né nel Codex Theodosianus, né nel Codex Iustinianus repetitae praelectionis. Le costituzioni che compongono la raccolta sono sia occidentali sia orientali e sono numerate e riprodotte integralmente (o in una forma che dovrebbe avvicinarsi molto agli originali), contenendo anche le praefationes e le formule di invio ai funzionari destinatari, parti normalmente omesse dai compilatori teodosiani e giustinianei. Per quanto concerne le costituzioni presenti sia nella raccolta sia nel Codex Theodosianus, il confronto ha permesso di rilevare, da un lato, come le versioni presenti nella prima siano più lunghe di quelle del Codex e, dall’altro lato, di verificare quanto i compilatori del Codex Theodosianus siano stati solerti nell’espungere le parti non direttamente precettive delle costituzioni, secondo quelle che erano state del resto le direttive imperiali. Le costituzioni che si ritrovano anche nel Codex Theodosianus, sono in questo divise in frammenti distribuiti in più titoli e risultano sempre prive delle loro praefationes e delle formule di invio (si veda, per esempio, Sirm. 6 e C.Th. 16.2.47). Il manoscritto madre delle Constitutiones Sirmondianae è il Phillips 1745 (fol. 101ᵛ-119), custodito a Berlino, presso la Staatsbibliothek-Preußischer Kulturbesitz; esso risale al VII-VIII secolo ed è l’unico a contenere tutte le sedici costituzioni. Tale manoscritto dovette essere stato utilizzato dal diacono lionese Floro (800-860 circa) per farne un commento, giunto fino a noi. Tra gli altri manoscritti della raccolta, vanno ancora segnalati quello del IX-X secolo, di origine borgognona, che si trova a Parigi presso la Bibliothèque Nationale (Lat. 1452), e quello custodito a San Pietroburgo presso la Rossiyskaya Natsional’naya Bibliotheka im. M. E. Saltikova-Sčedrina (F.v. II. 3), il cosiddetto Codex Lugdunensis. La prima edizione di Sirmond del 1631 è intitolata Appendix Codicis Theodosiani novis constitutionibus cumulatior, ma già Cuiacio nel 1566 aveva pubblicato le prime tre costituzioni, che egli aveva rinvenuto in un manoscritto diverso dal Phillips 1745. L’edizione di Sirmond presenta, in realtà, ventuno costituzioni; la 17 e la 18 sono state prese da C.Th. 1.27.1 e 2 e aggiunte dal Sirmond stesso in una seconda edizione della collezione; la 19 è una costituzione del 417, poi inserita da Haenel nel suo Corpus legum ab imperatoribus romanis ante Iustinianum latarum, quae extra constitutionum codices supersunt, Leipzig 1857, p. 238; la costituzione 20, del 430, anch’essa inserita da Haenel nel suo Corpus legum, p. 241, proviene da un manoscritto di Corbie oggi custodito presso la Bibliothèque Nationale di Parigi (il Lat. 12097), ma non doveva probabilmente essere compresa nella collezione originaria; infine la costituzione 21 riproduce C.Th. 16.6.4. La prima edizione critica è di G. F. Haenel, XVIII constitutiones quas Iacobus Sirmondus ex Codicibus Lugdunensi atque Anitiensi Parisii a. MDCXXXI divulgavit. Corpus Iuris Romani Anteiustiniani, IV, Bonn 1844, cui fece seguito quella di Th. Mommsen e P. Meyer, Theodosiani libri XVI cum constitutionibus Sirmondianis et leges novellae ad Theodosianum pertinentes, 1/2, Berolini 1905, che è quella di riferimento ed è limitata alle prime sedici costituzioni. In questa sede sono riprodotti solo i testi riportati nell’edizione di Mommsen e Meyer. [Maria Antonietta Ligios]