saec. VI in.
Sotto il nome fittizio di Darete Frigio, cioè Troiano, si cela un autore di età tardo antica, di cui la tradizione ci ha trasmesso l’operetta in prosa De excidio Troiae historia. Di un certo Darete, sacerdote troiano del dio Efesto, troviamo menzione in Omero (Il. 2. 9) e da questo passo l’anonimo falsario potrebbe aver tratto ispirazione nel creare la propria identità fittizia. Invece gli studiosi sono concordi nel ritenere che il Darete protagonista nel libro quinto dell’Eneide di uno scontro di pugilato con Entello, durante i giochi funebri per Anchise, e che muore ucciso da Turno nel libro dodicesimo, non abbia nulla a che fare con il Nostro, in quanto in Virgilio è presentato come compagno di Enea, mentre il Darete della De excidio Troiae si definisce espressamente (cf. cap. 44) un appartenente alla fazione di Antenore. Una vexata quaestio riguarda l’esistenza di un originale greco, di cui la nostra operetta sarebbe la traduzione e ciò ha portato logicamente a porsi il quesito: è veramente esistito un autore greco di nome Darete? Gli studiosi dispongono di pochissime informazioni a tale riguardo, che sono raccolte da F. Jacoby (FGrHist 51) e sono riconducibili sostanzialmente a due filoni: notizie interne, ricavate dalla redazione latina dell’opera, ed esterne, ricavate da Eliano, Fozio ed Eustazio. Dall’epistola prefatoria che si immagina indirizzata da Cornelio Nepote a Sallustio (p. 1 Meister = FGrHist 51 T 1) risulta che Darete Frigio avrebbe scritto di suo pugno una storia della guerra troiana, di cui era stato testimone oculare e alla quale aveva partecipato (per id ipsum tempus uixit et militauit); inoltre nell’opera Darete afferma di aver combattutofino alla presa di Troia (cap. 12 = FGrHist 51 T 3) e, come sopra ricordato, nella fazione di Antenore (cap. 44 = FGrHist 51 T 4). Eliano (V.H. 11.2 = FGrHist 51 T 6) ricorda che ancora ai suoi tempi era conservata un’Iliade di Darete, mentre Fozio (Bibl. 190 = FGrHist 51 T 5) ed Eustazio (ad Od. XI, 521 = FGrHist 51 T 5) citano l’opera di Darete, ma facendo riferimento ad episodi non contenuti nella redazione latina dell’opera giunta a noi. Alcuni studiosi (Beschorner 1992) guardano con diffidenza a tali testimonianze, poiché non le ritengono cogenti per sostenere l’esistenza di un originale greco, che costituirebbe il modello da cui deriva la nostra versione latina. Di nessuna rilevanza come fonte sulla figura di Darete è la testimonianza di Isidoro (Origg. I,42,1 = FGrHist 51 T 2), in quanto si tratta di una notizia tarda che attesta soltanto una conoscenza della redazione latina dell’opera. [G. Bessi]