saec. IV
Nessuna informazione biografica ci è giunta dell'epitomatore dell'intera opera di Valerio Massimo dal titolo Facta et dicta memorabilia, Iulius Paris, il cui nome è per noi attestato esclusivamente nel codex Vaticanus 4229 del X secolo.
Le poche informazioni sull'autore sono desumibili dall'epitoma stessa. Dalla lettera prefatoria si ricava l'intento puramente divulgativo e didattico dell'autore, il quale, privo della volontà di competere con il modello (Faranda), vuole offrire uno strumento utile e fruibile sia per i disputantes sia per i declamantes. Si suppone, quindi, che tale personaggio ruotasse intorno alle scuole declamatorie dell'epoca e che conoscesse l'importanza di Valerio Massimo per il bagaglio culturale dell'oratore, costituito da exemplorum conquisitiones.
I giudizi della critica non sono concordi: Halm considera Paride una fonte attendibile per la ricostruzione di Valerio; Kempf, invece, nota i mutamenti apportati nelle lezioni di Paride al modello; Galdi, dal canto suo, per la mancanza di personalità e la rozzezza di espressione, ritiene che l'autore fosse un personaggio del IV-V sec. di scarsa intelligenza e privo di qualsiasi dottrina. Conviene tenersi lontani da affermazioni drastiche e assumere una posizione mediana: poiché l'antichità ci ha tramandato a nome di Giulio Paride solo questo compendio, non possiamo sapere se i suoi interessi si limitassero all'attività di epitomatore, che in ogni caso dimostra di saper svolgere con una certa coerenza, rispondendo all'esigenza dell'epoca di offrire strumenti semplificati, da cui trarre materiale declamatorio. [N. Rosso]