Datazione incerta
Il nome dell’autore del Commentarium de ratione metrorum che si ricava dalla tradizione - pur nelle diversità delle forme del praenomen (Maximus, Maximinus, Maximianus) - è Victorinus, cui fa riferimento anche Beda 121.70 K.
Si è ipotizzato che l’oscillazione nel nome dell’autore di questo testo costituisca il risultato della corruzione progressiva dell’originario Marius Victorinus. Tale attribuzione appare però del tutto improbabile, soprattutto perché la dottrina contenuta nel Commentarium presuppone fonti del V secolo. Piuttosto il nome del retore Victorinus potrebbe essere stato indotto dalla menzione di Cicerone alla fine del trattato e dall’ideale percorso dalla grammatica alla retorica là delineato; l'ordo uerborum dell'intestazione, dove il genitivo Victorini è posposto a commentarium, ma precede de ratione metrorum, farebbe infatti pensare che il Commentarium rappresenti un'opera scaturita a partire dall'Ars grammatica di Mario Vittorino (sec. IV). Anche questa, analogamente a quanto è avvenuto per i manuali di Donato, potrebbe essere stata ampliata con materiali prosodico-metrici de ratione metrorum (che poi avrebbero finito con l’essere attribuiti a Vittorino), per venire incontro alle nuove esigenze di scuola. In questo caso il praenomen di una parte della tradizione manoscritta attesterebbe che fin dalla tarda antichità si è voluto evidenziare che i materiali del Commentarium vanno ricondotti a Mario Vittorino, ma non sono assolutamente di suo pugno e costituiscono piuttosto un ampliamento della sua Ars. A un compilatore anonimo, forse africano della seconda metà del V secolo, vanno attribuiti i materiali di raccordo tra le diverse parti che compongono la silloge e il progetto pedagogico di fondo che la anima, cioè un preciso percorso volto all’acquisizione di competenze ulteriori, che andavano smarrendosi ma che erano sentite ancora necessarie, relative fondamentalmente alla quantità sillabica e solo in senso lato alla retorica. [D. Corazza]