saec. II
Dell’esistenza di un gromatico di nome Marcus Iunius Nipsus non sembra si debba dubitare, anche se è stata messa ripetutamente in dubbio dalla critica l’attribuzione delle tre operette conservate sotto il suo nome nel Corpus agrimensorum Romanorum. Incline a ritenere autentica l’attribuzione a Nipsus di due delle operette, Fluminis varatio e Limitis repositio, è ora Jelle Wietze Bouma, il loro più recente editore (1993). Nicolaus Bubnov, editore nel 1899 della terza operetta, Podismus, riteneva invece che le opere di Nipsus originariamente contenute nel corpus fossero andate perdute e che la falsa attribuzione fosse dovuta ai guasti e alla perdita di fogli dei manoscritti. La datazione tradizionale di Nipsus al II secolo d.C., messa in discussione e spostata in età tardoantica da Dilke in base a considerazioni linguistiche (1971), viene anch’essa considerata ragionevole da Bouma. A supportare una datazione alta sarebbero anche i tria nomina, che farebbero pensare a un liberto greco della casa degli Iunii (Cantor 1875), dato che in età posteriore i nomi erano di solito più di tre. Nessuna prova in questo senso è però stata individuata e nessuna iscrizione romana si trova che rechi il nome Nipsus, anche se Diodoro e Plutarco parlano di un Nypsios di Napoli. In sintesi si può aderire a quanto scrive Bouma: “Marcus Iunius Nypsus is an obscure person of whom very little is known” (Bouma 1993, 16). [R. Tabacco]