saec. V
Poche e scarne le notizie disponibili sul grammatico Pompeo: autore di un commento all’Ars maior di Donato, la sua attività è collocabile fra i primi decenni del V secolo (dopo Servio, del quale è evidentemente debitore) e la fine del VII, quando viene per la prima volta menzionato in modo esplicito nell’Ars grammatica di Giuliano di Toledo (composta fra il 680 e il 702). La posizione più prudente e condivisibile appare quella di Louis Holtz, che colloca Pompeo in pieno V secolo (Holtz 1971, 51), più probabilmente nella seconda metà (Holtz 1977, 525-526), sulla base di una possibile fonte comune con Fulgenzio, in un passo però molto problematico (Zago 2017, 394-395); concorda con questa datazione Kaster 1988, 343-346, che ipotizza inoltre che Pompeo fosse cristiano sulla base della menzione del termine Pascha in un brano de numeris all’interno della trattazione sul nome (GLK 5.177.3-20, commentato da Kaster 1988, 154). Sull’origine di Pompeo è il grammatico stesso a darci le informazioni più preziose, quando afferma (GLK 5.205.4-6) di essere Maurus, da cui l’epiteto con il quale è a volte noto. Ulteriori prove della provenienza africana sono reperibili nell’opera stessa, dove Pompeo allude a specificità linguistiche della sua area geografica (è il caso del labdacismo, l’errata pronuncia del suono [l], in GLK 5.287.4-6 = 15.5-8 dell’edizione Zago 2017): per questa ragione, la figura e l’opera del grammatico sono spesso citate come caso emblematico di Africitas e come testimonianza dell’evoluzione linguistica e culturale dell’Africa romana in età tarda. [Anna Zago]