In occasione del Digital Humanities Day 2021 (https://dhcenternet.org/initiatives/day-of-dh/2021), evento di cui l'Università del Piemonte Orientale è partner, DigilibLT presenta i ricordi, i bilanci e le riflessioni del gruppo di ricerca, includendo anche alcuni tra i giovani che, in questi dieci anni, hanno mosso i primi passi nell'ambito dell'Informatica Umanistica proprio collaborando con DigilibLT.
Ho cominciato ad appassionarmi alle DH quando ero ancora studente in Triennale.
Grazie all'erogazione di alcune borse di avviamento alla ricerca ho avuto modo di immergermi direttamente in un universo in perenne trasformazione, aperto ai contributi più disparati, in grado di porre in comunicazione le tecnologie più avanzate con lo studio più filologico e "tradizionale".
Ho potuto così sviluppare nuove competenze, fondamentali per il mio percorso formativo, accostandomi a opere che mai avrei avuto modo di conoscere direttamente e, soprattutto, imparando a vedere il testo nella sua dimensione più sfaccettata, dando importanza alla ricostruzione della grammatica di codifica e a una gerarchia strutturale che non mi sarei immaginato. Ho compreso – forse in maniera inaspettata – la centralità del lavoro del ricercatore, che opera in stretto contatto con un più vasto gruppo di collaboratori, per cui anche la più paziente messa a punto di un testo può essere utile, se non addirittura indispensabile, per tutti gli altri che compartecipano alla ricerca.
Mi piace, infine, riportare una breve riflessione del Padre Roberto Busa, che molto mi ha ispirato, sperando di poterne seguire le illustri orme:
“Nello studio dei comportamenti macroscopici dell’uomo, ovviamente il linguaggio ha sempre avuto una posizione prevalente e principale, pur non unica. Lo studio del linguaggio e parlare umano fu sino ad oggi altrettanto ovviamente macroscopico e per forza di cose basato solo su campionature intelligenti. Toccò a me, oggi si direbbe il carisma, di capire che la computerizzazione rende possibile applicare all’indagine linguistica metodologie di ricerca del tipo — ma non interamente — di quelle fisico-matematiche. Il computer permette infatti di combinare rilevamenti micrologici di innumerevoli singole particelle elementari del discorso, con i valori documentativi dei loro censimenti integrali: e ciò da enormi quantità e masse di testi, scritti o parlati. Chiamo tale approccio “analisi linguistica”, pur sapendo che tale espressione ha altri valori in altre sedi. Esso è certamente micrologico-informatico e fisico-matematico sul versante dei segni significanti; ma è riflessivo e interiore, e quindi “umanistico”, sul versante della valutazione semantica delle parole, nell’insieme e nel dettaglio. Le parole infatti risultano non essere affatto omogenee come i numeri, bensì fortemente eterogenee".
(R. Busa, Intelligenza naturale e intelligenza artificiale, in Homo Loquens, Ed. Studio Domenicano, Bologna 1989, 37-48)