Edizione di riferimento:
Aristoteles Latinus I 1-5, Categoriae uel praedicamenta. Translatio Boethii - editio composita, Translatio Guillelmi de Meorbeka, Lemmata e Simplici commentario decerpta, Pseudo-Augustini Paraphrasis Themistiana, edidit L. Minio Paluello, Bruges-Paris 1961, 5-41 (Corpus Philosophorum Medii Aeui).
Boezio non è il primo ad aver tradotto in latino le Categoriae di Aristotele: Cassiodoro ricorda che anche Mario Vittorino realizzò una versione latina di quest'opera, insieme a quella dell'Isagoge e del Perihermeneias; la sua traduzione, però, non ha lasciato tracce. Esiste anche una parafrasi latina delle Categoriae redatta verso la fine del IV secolo e attribuita a Sant'Agostino; questa attribuzione è generalmente rifiutata: è probabile che l'opera sia, in realtà, una parafrasi del commento di Temistio alle Categoriae resa in latino dal retore romano Vezio Agorio Pretestato, che aveva tradotto anche la parafrasi dello stesso commentatore greco agli Analitici Primi e Secondi (Hadot 1971); lo pseudo-Agostino potrebbe essere identificato anche con un certo Albino menzionato da Boezio come autore di opere logiche (Minio Paluello AL I,1-5). In ogni caso la parafrasi di Temistio non costituisce una traduzione vera e propria, ma piuttosto un libero adattamento che spiega le Categoriae nella prospettiva della pratica oratoria (Brams 2003).
La versione latina realizzata da Boezio, invece, è una traduzione nel senso proprio del termine: essa è redatta sia in forma di textus continuus, sia in forma di lemmata inseriti nel commento alle Categoriae dello stesso Boezio. La traduzione presente nel commento copre circa i 2/3 del testo originale di Aristotele; essa è certamente opera boeziana e si trova anche, in forma di textuus continuus completo, in tre o quattro manoscritti dell'XI secolo.
La maggior parte dei manoscritti recanti il testo continuo, invece, contiene una versione «composita», costituita dai lemmata di Boezio collazionati con un'altra traduzione dal greco della medesima opera, della quale non è facile identificare l'autore. Le sezioni che non derivano dai lemmata offrono una versione più rudimentale: esse potrebbero essere state integrate da un editore medievale che desiderava ricostruire la traduzione completa del testo continuo e disponeva del Commentario di Boezio con i lemmata e dell'originale greco delle Categoriae.
Le sezioni più rudimentali della «composita» potrebbero anche derivare da un'originaria traduzione boeziana che l'autore avrebbe corretto e migliorato in un secondo momento a partire dal confronto con un altro manoscritto greco: alcuni degli slittamenti terminologici tra le due versioni, infatti, sono paragonabili a quelli presenti nelle due traduzioni dei Topici e del Perihermeneias; restano comunque poco chiare le ragioni per cui i due testi sarebbero stati collazionati tra loro. (Brams 2003). [M. Ferroni]