Edizione di riferimento:
Anicii Manlii Seuerini Boethii De diuisione liber, critical edition, translation, prolegomena and commentary by John Magee, Leiden-Boston-Köln, Brill, 1998.
Questo trattato, noto a Giovanni da Salisbury e da lui considerato come il più elegante tra gli scritti logici di Boezio (Metalog., PL 199, 909) fu composto, presumibilmente, tra il 515 e il 520 (Magee 1998); Boezio stesso ne fa menzione in maniera esplicita nel De topicis differentiis (PL 64, 1192). La divisione, insieme alla definizione, al sillogismo e al sofisma, rappresenta uno degli elementi cardine della logica del discorso; Boezio, nel suo trattato, prende in considerazione e sintetizza le tre principali concezioni di divisione: quella platonica, quella aristotelica e quella stoica. Per Platone la divisione è il secondo momento del processo dialettico: consiste nel dividere un'idea nelle sue diverse specie mediante l'indicazione delle caratteristiche che le distinguono le une dalle altre e serve a formulare definizioni corrette (Soph. 222b e 253d); Aristotele, negli Analitici Primi, critica la divisione platonica sostenendo che essa considera come presupposto ciò che, invece, dovrebbe dimostrare (An. Pr. I, 46a). La dottrina stoica, che rivaluta la dialettica, attribuisce una nuova importanza alla divisione, intesa come strumento capace di cogliere i rapporti tra gli elementi del linguaggio: essa consiste nella tecnica per mezzo della quale è possibile ripartire il genere nelle sue specie prossime (Diog. Laer., VII, 1. 61-62). Boezio analizza i diversi tipi di divisione esistenti e indica, per ciascuno di essi, le proprietà e le reciproche differenze con lo scopo di distinguere la divisione del genere dalla specie dagli altri tipi di divisione, che separano il soggetto dagli accidenti. La divisione del genere dalla specie, infatti, riguarda l'essenza delle cose ed è la vera divisione logica, che permette di giungere alle definizioni che riguardano la dimensione ontologica della realtà.
Questo trattato, utilizzato molto di frequente nelle scuole medievali per l'insegnamento della dialettica, ebbe una grandissima diffusione a partire dalla fine del X sec.: è attestato in almeno 197 manoscritti; solo la Consolatio Philosophiae, l'opera di gran lunga più nota di Boezio, gode di un numero maggiore di testimoni (Magee 1998). Nel proemio, inoltre, Boezio menziona due opere altrimenti ignote: un saggio sulla divisione scritto da Andronico di Rodi e un commentario al Sofista di Platone scritto da Porfirio (PL 64, 875). [M. Ferroni]