Edizione di riferimento:
Aristoteles Latinus II 1-2, De interpretatione uel Peri hermeneias. Translatio Boethii edidit L. Minio-Paluello, Translatio Guillelmi de Moerbeka, edidit G. Verbeke reuisit L. Minio-Paluello Bruges-Paris 1965, pp. 5-38 (Corpus Philosophorum Medii Aeui)
Boezio, che considerava la logica uno strumento di fondamentale importanza per una corretta indagine della verità, decise di tradurre in latino il Περί έρμηνείας di Aristotele in uno stile più gradevole e meno oscuro rispetto a quello dell'originale greco (Syll. Cat. PL 64, 1793CD) e di esplicarne i contenuti per mezzo di un commento, che ci è giunto in due edizioni (editio maior e editio minor).
È priva di fondamento l'ipotesi secondo la quale il testo continuo della traduzione deriverebbe dalla collazione, effettuata da un copista successivo a Boezio, di tutti i frammenti di traduzione presenti nei due Commentari: in questi ultimi, infatti, la traduzione del Περί έρμηνείας non è contenuta in maniera integrale e, in alcuni punti, il dettato del testo continuo differisce da quello dei frammenti. Il testo continuo, inoltre, è caratterizzato da una grande coerenza linguistica e stilistica e presenta numerosi elementi di continuità con le traduzioni boeziane delle Categorie e dell'Isagoge. Boezio, dunque, avrebbe editato la sua traduzione tre volte: una volta in forma completa e priva di commento; una volta in forma quasi completa, frammentata nel Commentario maggiore e un volta, frammentata nel Commentario minore, mancante di quasi un terzo del testo aristotelico; la traduzione del Περί έρμηνείας non è presente in maniera completa nei Commentari perché, probabilmente, Boezio trascrisse solo le sezioni che voleva glossare tralasciando le parti meno importanti o prive d'interesse [Minio-Paluello 1965]. Per quanto riguarda i punti in cui le tre traduzioni differiscono tra loro, è possibile rilevare che la traduzione del testo continuo è più corretta di quelle presenti nei Commentari e che la traduzione glossata da Boezio nel Commentario maggiore è migliore di quella glossata nel Commentario minore [Minio-Paluello 1962].
L'edizione critica della traduzione boeziana del Περί έρμηνείας fu realizzata da Karl Meiser per l'editore Teubner negli anni 1877-1880; l'obiettivo del curatore, però, era quello di pubblicare i Commentari di Boezio e non il testo continuo; egli antepose ai due Commentari la traduzione boeziana del Περί έρμηνείας solo perché l'aveva trovata trascritta, sempre anteposta ai Commentari, in alcuni dei manoscritti di cui si era avvalso per l'edizione critica. Coerentemente con i suoi obiettivi, Meiser non prese in considerazione i manoscritti - alcuni dei quali molto antichi - che offrivano solo il testo tradotto del Περί έρμηνείας privo dei Commentari [Meiser 1877-1880]. Per questo motivo, negli anni '50 del secolo scorso, Lorenzo Minio-Paluello decise di riesaminare la tradizione manoscritta dell'opera e di approntare una nuova edizione critica del testo continuo di Boezio, pubblicata nel 1965 nella collana Aristotele Latino. [M. Ferroni]