Edizione di riferimento:
De observantia ciborum. Traduzione tardo-antica del Περὶ διαίτης pseudoippocratico l. II, introduzione, testo critico ed index verborum memorabilium a cura di I. Mazzini, Roma 1984.
Sul trattato pseudoippocratico Περὶ διαίτης in quattro libri (De diaeta o De uictu o De uictus ratione: Fichtner 2016, pp. 45-56), il suo contenuto, le sue traduzioni latine e in particolare quelle tardoantiche del gruppo di opere cui si usa dare la denominazione di Hippocrates latinus, si veda De uictu I (scheda opera).
Quanto al libro II, se ne conserva una traduzione completa in un unico manoscritto, il Bodmerianus 84 (Cologny; prima metà del s. IX, ff. 1-22v). Essa è stata edita da Innocenzo Mazzini con il titolo De obseruantia ciborum dapprima in rivista nel 1977 (editio princeps) e quindi, con revisione, correzioni e ampio studio introduttivo, in volume nel 1984. Appare di autore diverso da colui che ha provveduto alla traduzione del libro I, in quanto, rispetto a quella, si rivela “notevolmente più fedele” (Mazzini 1984, p. 12). Mazzini si sofferma con ampia trattazione sui fenomeni linguistici riscontrabili nell’opera (fatti grafico-fonetici, morfologici, sintattici e di lessico: 1984, pp. 13-28) e sulla tecnica di traduzione (aggiunte, omissioni, variazioni: pp. 28-31). Quest’ultimo tema è stato trattato anche da Capponi 1996-1997 e 1997, e ripreso da Mazzini stesso nel quadro di altri interventi più generalmente riguardanti l’Hippocrates Latinus. Secondo Mazzini il traduttore è un greco, o un bilingue, esperto dell’arte, e – in linea con le tesi degli studi di Beccaria – l’opera, come le altre traduzioni del gruppo, sarebbe riconducibile all’ambiente di una scuola medica operante in Ravenna nel VI secolo (1984, pp. 31-34). Per queste dibattute questioni (cfr. Vázquez Buján 1984 e 1985b) si rinvia alla scheda autore.
Sul piano critico-testuale, sebbene questa traduzione sia conservata in un codex unicus, apprezzabili apporti offre la tradizione indiretta (Mazzini 1984, pp. 34-39) e in particolare una compilazione dietetica in quattro libri risalente nel suo nucleo originario a fine V-inizio VI secolo, i Dynamidia (o Dynamidia Hippocratis: Beccaria 1959, pp. 29-31; Joly 1975, pp. 11-18; Mazzini 1992), in cui il De obseruantia ciborum è ampiamente sfruttato. [F. Giannotti]